Antikka, in un libro il coraggio e la forza delle madri migranti
Marco Guerra - Città del Vaticano
Safi, cristiana evangelica della Costa D’Avorio, perde la madre in un’incidente. Resta sola, impaurita, e dopo essersi trasferita con la zia subisce anche il dramma di uno stupro di gruppo. Resta incinta e parte dall’Africa con in grembo il figlio che ama, malgrado l’odio ricevuto.
La forza di madri migranti
È una delle tante storie raccolte nel libro di Antonella Ferraiolo intitolato "Antikka" e edito da Edigrafema. Il filo conduttore del volume è la forza di queste donne “sbarcate” da terre lontane in Italia e protagoniste di maternità volute o "incoscienti", ma tutte animate dal desiderio di cambiare il proprio destino e quello dei propri figli.
L’autrice è una ginecologa, obiettrice di coscienza, che ha incontrato per motivi professionali queste ragazze. Ha sentito l’esigenza di parlare di pazienti che, per la prima volta, non facevano domande e vivevano la gravidanza nella sua essenza più profonda e spontanea. La dott.ssa Ferraiolo ha partecipato al loro dolore e ha voluto dare voce ai loro racconti, dopo essere riuscita a scalfire l’iniziale muro di silenzio.
Storie che aiutano l’incontro
Raccontare come queste donne hanno salvato il bambino che portavano in grembo diventa quindi un modo per curare l’intera società e per aiutare l’incontro tra chi accoglie e chi viene accolto.
Il testo è stato presentato oggi presso la Sala Marconi a Palazzo Pio. All’evento, moderato dalla giornalista di VaticanNews, Maria Dulce Araujo Évora, hanno preso parte l’autrice, Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia, la Vita, Flaminia Giovanelli, presidente dell’Associazione O Viveiro–Onlus e già sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale e Antonella Santarcangelo, editrice di Edigrafema.
Testimoni di una maternità autentica
Negli interventi che sono seguiti alla presentazioni del libro, la prof.ssa Gambino ha definito il volume un dono prezioso che ci fa entrare nell’essenza della maternità. “Queste donne migranti rielaborano tutta questa sofferenza facendosi testimoni della maternità nel senso più autentico”, ha evidenziato il sottosegretario del Dicastero per i Laici, “l’identità materna che vien fuori da questa storie individuarli è generatrice di vita. Sono donne disposte a difendere figlio contro tutto e contro tutti e che spesso hanno rifiutato l’offerta dell’aborto”.
Antikka, Manù, Safi, Mariam, Nancy, Baba, Kanisi e tutte le altre ragazze africane grazie alla narrazione del libro hanno ricominciato ad avere una loro storia che parte proprio dall’amore di una madre.
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