A Ginevra conferenza sull’Afghanistan
Elvira Ragosta- Città del Vaticano
Il focus del summit è sullo sviluppo e sull'economia di un Paese devastato da un conflitto che ha fatto migliaia di vittime, mentre sarà con tutta probabilità il difficile processo di pace a dominare l'agenda degli incontri a margine. "Questo è uno dei momenti peggiori per il popolo dell'Afghanistan, ma su molti fronti, negli ultimi 24 mesi, sono stati fatti importanti progressi". Così il numero due della Missione Onu in Afghanistan (Unama), Toby Lanzer, che ha anche ricordato i 3,6 milioni di afghani, su una popolazione di 35 milioni, minacciati dalla carestia e il mezzo milione di sfollati da gennaio a causa delle violenze e della siccità.
La prima sessione è dedicata alle donne afghane
Il discorso di apertura della due giorni sull’Afghanistan a Ginevra è affidato alla first lady, Rula Ghani, e alle donne è dedicata la prima sessione dal titolo “Strada verso il progresso: formazione professionale per le donne afghane”. Alla Conferenza è prevista la partecipazione di una ventina di ministri degli Esteri, compresi il russo Sergei Lavrov e l'iraniano Mohammad Javad Zarif, e sono più di 70 i Paesi invitati ai lavori.
Una Conferenza ridotta ad evento tecnico
A proposito del processo di pace, Nico Piro, giornalista ed esperto di Afghanistan di recente tornato da Kabul, sottolinea che i talebani controllano circa il 45% del Paese, soprattutto aree in cui vive più della metà della popolazione, quindi la Comunità internazionale e il governo sono in una fase evidentemente difficile per trattare condizioni favorevoli di pace. “Quella di Ginevra è una conferenza ridotta a evento tecnico - aggiunge Piro – un po’ per il deficit di leadership che le Nazioni Unite hanno in Afghanistan e un po' per il grande attivismo, che scavalca l’Onu, sia degli Usa che della Russia”. “Dal punto di vista economico - conclude - in Afghanistan c’è una fortissima recessione, seguita agli anni di crescita “dopata” dagli aiuti internazionali. Il vero problema è che non ci sarà né pace né crescita economica fino a quando non si fermerà la corruzione”.
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