25 novembre, una Giornata per dire basta alla violenza alle donne
Fausta Speranza - Città del Vaticano
Crescono conflitti e violenze nel mondo e aumenta il numero di femminicidi, stupri, abusi e discriminazioni nei confronti delle donne. E' il drammatico dato emerso al Forum mondiale sui diritti umani organizzato in questi giorni a Strasburgo dal Consiglio d'Europa, in coincidenza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre.
In aumento le denunce, ma anche le forme di violenza
Una donna su tre nel mondo ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Aumenta il coraggio di denunciare ma si moltiplicano anche le violenze, denuncia Feride Acar, presidente della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul):
"C'è - ha spiegato - molta più consapevolezza sulla violenza alle donne ora rispetto a dieci anni fa. Perfino rispetto a due anni fa. Ci sono più denunce. Inoltre, dati i cambiamenti molto veloci che ci sono nel mondo veniamo a contatto anche con forme di violenza che prima non sapevamo, che in Europa non conocevamo. Anche questo dà l'impressione di maggiore diffusione della violenza. Ma fondamentalmente però dobbiamo ammettere che il punto è che nel cresce la violenza, si esasperano i conflitti e quindi aumentano anche le violenze contro le donne, così come quelle contro i bambini. Fanno parte di quella catena di reazioni che la violenza porta con sé tra società e all'interno di ogni società. Tutti questi fattori vanno considerati".
I casi di femminicidio in Europa
Solo in Italia, sono 3100 le donne uccise dal 2000 a oggi, più di 3 a settimana. E da gennaio a ottobre 2018 sono 70 quelle assassinate dagli uomini. L'Italia, poi, non è neanche tra i Paesi europei con medie più alte. Picchi si registrano in Bulgaria, Romania e Lettonia, ma anche in Finlandia e Francia. Oggi il termine femminicidio è ormai entrato nell'uso comune e secondo i dati dell'Onu la maggior parte dei casi avvengono per mano di partner o ex partner delle vittime, dunque in contesti familiari.
Dati drammatici in India
C'è poi il caso eclatante dell'India dove si registrano sei stupri al giorno e dove dall'inizio dell'anno si contano 5 casi di donne violentate e bruciate vive. E' ancora forte lo sconcerto per la giovane brutalizzata su un autobus il 16 dicembre del 2012 da un gruppo di giovani, ma del 2018 si racconterà anche il caso della neonata di otto mesi violentata da un cugino di 28 anni a New Delhi a metà gennaio. La violenza contro le donne in India non fa differenza tra zone rurali o cittadine e infatti i progetti dell'organizzazione Church’s Auxiliary for Social Action (CASA) si muovono in tutti i 27 Stati dell'India. Ai nostri microfoni la responsabile Joycia Thorat:
R. - Lavoriamo come coordinamento delle chiese indiane e operiamo in tutto il Paese. Attraversiamo i 27 Stati dell'India per raggiungere le situazioni più marginalizzate, anche se le donne non hanno problemi solo nelle zone rurali. Arriviamo dove c'è più bisogno di ristabilire il principio che la donna è degna dello stesso rispetto dell'uomo. Parliamo dell'orrore dei femminicidi e spieghiamo che Dio ha creato l'uomo e la donna con gli stessi diritti alla vita e ad essere rispettati. Agli occhi di Dio uomini e donne sono uguali. Cerchiamo di sensibilizzare l'intera comunità a considerare doveroso rispettarsi gli uni con gli altri, convivere e lavorare insieme. Anche per assicurare alle donne le stesse opportunità di studio, sviluppo, lavoro e poi ruoli nella sfera politica, da dove possono incidere sulla società. Esistono delle quote per le elezioni – il 33 per cento di seggi alle donne - ma ci devono essere donne preparate e supportate, perché possano presentarsi alle elezioni.
Quale il contributo che la Chiesa offre a favore delle donne?
R. - La Chiesa ha molte risorse per portare sviluppo. Il messaggio della Fede e dei testi sacri è un messaggio che promuove amore e rispetto. E' fondamentale assicurare che sia questo quello che arriva alla gente. In alcuni casi le religioni vengono strumentalizzate. Ma testimoniare la fede vera significa testimoniare che Dio ama uomini e donne ed è contrario a qualunque forma di violenza. Organizzazioni come la nostra cercano proprio di coordinare gli sforzi per diffondere la Bibbia. Lavorare in gruppi religiosi può essere molto importante come fonte di conoscenza e di riflessione e per superare eventuali interpretazioni distorte, perché Dio non discrimina, i testi sacri non discriminano. E tutto questo aiuta anche la Chiesa stessa ad “alzarsi”, a rigenerare energie per sostenere le donne, ad essere solidale con le donne, ad incoraggiarle a prendere posizioni importanti.
L'importanza dei mass-media
Fondamentale per il contrasto alla violenza alle donne, il ruolo dei media, lo ribadisce il vicesegretario del Consiglio d'Europa, Gabriella Battaini-Dragoni:
La Giornata internazionale dal 1999
Il 17 dicembre del 1999 con la risoluzione 54/134, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deciso di celebrare il 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricordando la data del 25 novembre 1960 quando i corpi di tre sorelle – Patria, Minerva e Maria Mirabal – furono ritrovati in fondo a un precipizio con segni evidenti di violenze sessuali e torture subite da uomini delle forze dell'ordine dell'allora dittatura nella Repubblica Dominicana.
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