Le incognite della Conferenza di Palermo sulla Libia
Stefano Leszczynski – Città del Vaticano
A rendere monca in partenza l’iniziativa diplomatica sembra essere l’assenza di Khalifa Haftar, definito l’uomo forte della Cirenaica, che comanda l’Esercito Nazionale Libico dal proprio quartier generale di Bengasi. Ulteriori incognite sono rappresentate dall'assenza di alcuni leader politici ‘di peso’: la Cancelliera tedesca Merkel, il Presidente francese Macron, ed i due Presidenti statunitense e russo, Trump e Putin. Tutti Capi di stato che hanno avuto occasione di incontrarsi per la celebrazione del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale in Francia.
Spaccatura geopolitica tra Stati arabi e nordafricani
Ad avvelenare il clima della Conferenza anche la spaccatura geopolitica, che molti Stati nordafricani e arabi patiscono in seguito alla frattura che oppone il Qatar all'Arabia Saudita. Tra i protagonisti della Conferenza diplomatica anche l’inviato speciale dell’Onu per la crisi libica Ghassan Salamè, che auspica un percorso che porti ad elezioni legislative in Libia nel 2019. Ad Arturo Varvelli – analista dell’Ispi, responsabile per il settore Mediterraneo e Nord Africa, abbiamo chiesto perché i principali leader occidentali si siano defilati dalla Conferenza
Federica Saini Fasanotti – analista per Brookings - consulente per il Pentagono sulla Libia, sottolinea la rilevanza degli interessi economici nella gestione della crisi libica
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