Scontro sugli inceneritori. Don Patriciello: in Campania controllare i rifiuti industriali
Alessandro Guarasci e Fabio Colagrande - Città del Vaticano
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa dice no all’utilizzo degli inceneritori per i rifiuti. Per Costa “non serve incrementarne il loro numero. Questa risposta ce la danno due regioni: il Veneto che ha chiuso due inceneritori e la Lombardia che sta per chiuderne quattro perché non si riescono più ad alimentare. Questo perché, fortunatamente e per capacità dell'Italia, - dice il ministro - la differenziata sta crescendo molto".
Sulla linea dei termovalorizzatori però la Lega va avanti. Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dice che i termovalorizzatori, "se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia. E quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l'obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro".
Cerimonia a Caserta contro i roghi
Intanto, il governo si mostra unito contro i roghi tossici. E promette: “Mai più terre dei fuochi”. Sarà questo il filo conduttore della cerimonia di questo pomeriggio, a Caserta, dove il premier Giuseppe Conte e sette ministri firmeranno il "Protocollo d'intesa per un'azione urgente nella Terra dei fuochi". Per Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico , “se c'è la Terra dei fuochi è perché ci sono scarti industriali di fabbriche illegali, non c'entra nulla il rifiuto domestico ma parliamo di rifiuti industriali".
Il problema sono i rifiuti industriali
Da parte sua, il parroco a Caivano, nel napoletano, don Maurizio Patriciello dice che il problema “non sono i rifiuti delle case, ma i rifiuti industriali che ogni anno ammontano a 28 mila tonnellate”. Da sempre il sacerdote è impegnato a difesa del territorio e della salute della gente che ci vive.
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