Il Ministero dell’Istruzione approva il consenso informato
Marco Guerra – Città del Vaticano
“La partecipazione a tutte le attività scolastiche che non rientrano nel curricolo obbligatorio, inclusi gli ampliamenti dell'offerta formativa, è, per sua natura, facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza. Al fine del consenso, è necessario che l'informazione alle famiglie sia esaustiva e tempestiva". È quanto riportato nella circolare della Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici del Ministero dell’Istruzione Italiano (Miur), datata 20 novembre 2018 e pubblicata ieri.
Far conoscere l'offerta formativa
Il documento ministeriale spiega che "pervengono a queste Direzioni quesiti da parte di numerose famiglie e istituzioni scolastiche in merito alla tempistica con la quale il Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF) deve essere approvato e comunicato alle famiglie, nonché alle modalità con le quali le famiglie devono esprimere il consenso, ove occorra, al fine della partecipazione degli alunni e studenti alle attività extracurricolari previste”. “Il Ptof – si legge ancora - deve, necessariamente, essere predisposto antecedentemente alle iscrizioni, per consentire alle famiglie di conoscere l'offerta formativa delle scuole così da assumere scelte consapevoli in merito all'iscrizione dei figli".
Soddisfazione delle associazioni familiari
L’iniziativa del Miur arriva dopo un lungo percorso condiviso con le associazioni familiari e di genitori ed è arrivato a compimento con l’attuale ministro Marco Bussetti. Grande soddisfazione è stata espressa dal mondo delle associazioni che animano il Family Day, che nel 2015 organizzarono la grande manifestazione di piazza proprio sul tema della libertà educativa e che in questi anni hanno portato avanti un serrato confronto con il Ministero dell’Istruzione. “Dopo tanti anni di lavoro tenace e continuo possiamo registrare l’esito positivo apportato dalla circolare del Miur in ordine allo strumento del consenso informato”, ha commentato il leader del Family Day Massimo Gandolfini. “Viene sancito il principio fondamentale, – ha aggiunto - espresso dalla costituzione, della libertà educativa. In pratica non potrà e non dovrà più accadere che vengano introdotti nella scuola percorsi di educazione extracurricolari senza che i genitori ne abbiano dato esplicito ed informato consenso”.
Anche il Movimento Italiano Genitori (Moige) ha si è espresso attraverso il suo direttore generale Antonio Affinita: "Finalmente i genitori tornano ad essere responsabili e protagonisti dell’educazione e della crescita dei propri figli all’interno delle scuole". Dal canto loro Generazione famiglia e ProVita chiedono la piena attuazione della Circolare per garantire il diritto a conoscere le attività sensibili.
Il gender e l’educazione sui temi sensibili
Il mondo delle famiglie chiede in particolare di essere convolto in merito ai progetti educativi che trattano temi sensibili per la formazione umana dell’alunno, come l’educazione sessuale e di genere e quella alle differenze e all’accoglienza. Questioni più volte affrontate anche da Papa Francesco, anche nell'Esortazione Apostolica Postsinodale 'Amoris Laetitia', dove al punto 56 è scritto che “un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna”. “Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina” e, si legge ancora nell’Esortazione, “l’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo”.
Tutte le attività non curricolari sono facoltative
Giusy D’Amico, docente e presidente dell’Associazione Non si tocca la famiglia aderente al Family Day, spiega a VaticanNews che rispetto ad una prima circolare del 6 luglio 2015 che faceva distinzione tra orario scolastico e extra-scolastico, quella dello scorso 20 novembre “specifica che la partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curriculum obbligatorio delle discipline è per sua natura facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori”. D’Amico che è anche referente nel suo istituto per l’area bullismo e cyber-bullismo spiega inoltre che è necessario rilanciare il rapporto tra scuola e famiglia: “Costruire sane alleanze con gli organi collegiali, con i docenti, nell’ottica di un’identità sana, completa del bambino non solo dal punto di vista delle discipline, ma anche umano”. (Ascolta l'intervista integrale a Giusy D'Amico)
Affrontate temi sensibili senza ideologie
“La libertà educativa dei genitori, sancita anche nell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani, non esula dall’affrontare il dibattito sull’educazione alle differenze di qualunque tipo, quindi etnico, sociale, religioso, sessuale”, afferma inoltre la presidente di Non si tocca la famiglia, “non per questo, però, possiamo accettare che la scuola scavalchi quello che è il diritto della famiglia di poter difendere il bagaglio valoriale dato ai propri figli e introdurre ideologie anche senza base scientifica”.
Le proposte
Per questo motivo l’associazione insieme a molte altre realtà propone percorsi di educazione affettiva e sessuale ai ragazzi, che vanno oltre quello che D’Amico chiama un “tecnicismo” che elenca “istruzioni per l’uso che scindono il dato della relazione dall’orizzonte anche molto più ampio che un ragazzo deve coltivare dentro di sé”. “Noi pensiamo – conclude - che tutto questo vada ricondotto ad un focus che abbia a cuore la dimensione valoriale che la famiglia dà al ragazzo e che la scuola deve rispettare”.
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