Rapporto Svimez: in Italia rallenta la crescita
Elvira Ragosta - Città del Vaticano
La crescita del Pil dovrebbe attestarsi all’1,3% nel Centro-Nord e allo 0,8% nel Mezzogiorno. Gli investimenti crescono più al Nord, mentre è la riduzione dei consumi nel Meridione a segnare maggiormente il rallentamento del Sud, dove la ripresa c’è ma è lenta e convive con rischi di frenata.
Se frena il Sud, frena l’Italia
Per Adriano Giannola, presidente di Svimez, al Sud la ripresa si caratterizza in positivo per una certa vivacità negli investimenti privati, soprattutto nel manifatturiero, che aveva subito un ridimensionamento molto forte negli anni di crisi, e manca completamente la spinta dei lavori pubblici, degli investimenti in conto capitale da parte dello Stato. “E questo è molto condizionante - aggiunge Giannola - perché il Sud ha molto bisogno di interventi infrastrutturali, anche per riammagliare le strutture produttive”. Se frena il Sud, frena l’Italia, sottolinea il rapporto Svimez, secondo cui la crescita del Centro-Nord, al di là della sua maggiore integrazione nei mercati internazionali, è altrettanto dipendente, per diverse ragioni, dagli andamenti del Mezzogiorno. Lo dimostra il fatto che nel periodo 2000-2016 le due macro-aree hanno condiviso la stessa dinamica stagnante del PIL pro capite.
Diseguaglianze e diritti dei cittadini
La seconda parte del rapporto è dedicata al tema delle disuguaglianze e dei diritti di cittadinanza. Riguardo a occupazione, abbandono scolastico e povertà, per Giannola i segnali che invia il Mezzogiorno sono preoccupanti: “Non basta la ripresa economica, che di per sé è molto debole, perché accanto ad essa c’è una prosecuzione dell’emergenza sociale che si fa ancora più grave in questi anni perché l’occupazione tende ad aumentare ma non recupera”.
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