La distruzione a Idlib La distruzione a Idlib 

Siria: nuovo vertice in Kazakistan per la risoluzione del conflitto

Russia, Turchia e Iran al tavolo della negoziazione, dopo l’ultima conferenza guidata da Mosca a Sochi, nel luglio scorso. Tra i partecipanti anche l’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Mentre l’artiglieria governativa siriana ha ripreso a bombardare postazioni di miliziani nella regione nord-occidentale di Idlib, ad Astana, in Kazakistan sono in corso, fino a domani, i negoziati tra Turchia, Iran e Russia sulla risoluzione del conflitto nel Paese. Presenti delegazioni del governo siriano, dell’opposizione e una rappresentanza della Mezzaluna Rossa siriana che nei giorni scorsi ha presieduto ad uno scambio di prigionieri. Tra i partecipanti anche Staffan de Mistura, inviato speciale dell’Onu, dimessosi nell’ottobre scorso dopo quattro anni di tentativi per una pacificazione del Paese, ma che resterà in carica fino al 31 dicembre prossimo. Un incontro che dovrebbe porre la basi “per ripristinare la fiducia verso un percorso istituzionale e la creazione di una Costituzione – sottolinea Matteo Bressan, analista per la Nato Defense College Foundation - ma anche per risolvere il grande tema dei profughi siriani.

Focus sulla situazione di Idlib

Diversi i nodi caldi del summit, fra cui la tregua in vigore nella regione di Idlib, ultima roccaforte ancora in mano ai gruppi ribelli e jihadisti che hanno cercato di rovesciare Assad negli ultimi sette anni; “Idlib è un nodo fondamentale – aggiunge Matteo Bressan, - che delinea i rapporti di forza della Russia, sostenitrice del governo di Assad, con le milizie e i combattenti ribelli presenti sul territorio. Un fronte sul quale Mosca ha avuto un ruolo fondamentale in passato – sottolinea Bressan-, quando il governo siriano non era militarmente all’altezza di rispondere su tutti i fronti caldi del paese contemporaneamente”. Ad oggi, infatti, il più grande risultato raggiunto dai tre governi con i precedenti summit viene considerata la creazione di una zona demilitarizzata di 15-20 chilometri intorno alla regione di Idlib. Ma sul piatto del vertice, altro fattore cruciale sarà anche l’eventuale autonomia curda in Siria – spiega Bressan-, tema delicato soprattutto perché preoccupa molto la Turchia”.

Un conflitto senza fine

Sul campo non si ferma la violenza. Solo qualche giorno fa sono stati rinvenuti circa 500 cadaveri in una delle più grandi fosse comuni mai trovate in Siria, vicino alla città di Raqqa, considerata la base principale nel paese del sedicente Stato Islamico. In corso sui corpi ritrovati indagini e azioni per preservare i resti e fornire prove per eventuali processi per crimini di guerra. Una massiccia campagna militare sostenuta dagli Stati Uniti ha cacciato l'Is da Raqqa oltre un anno fa, ma i gruppi di ricerca e soccorso continuano a localizzare tombe di massa nella città e nei suoi dintorni.

 


 

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28 novembre 2018, 12:50