Taglio allo sconto sull’Ires, duro colpo per il non profit
Paola Simonetti - Città del Vaticano
Cancellazione della “mini-Ires” agli enti non commerciali, per recuperare risorse da destinare al Reddito di cittadinanza. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, dopo l'accordo con l’Unione Europa sul fronte della Manovra, necessario per evitare la procedura d’infrazione. L’abolizione dello sconto del 50% per molti enti come quelli di assistenza sociale e beneficienza, ecclesiastici, strutture sanitarie, ma anche di istruzione e studio, accademie e fondazioni storiche, dovrebbe fruttare circa 118 milioni di euro.
Non solo una questione fiscale, ma culturale
Sebbene non sia ancora chiaro chi esattamente si vedrà raddoppiare l’imposta dal 12 al 24%, occorrerà attendere l’emendamento specifico, da più parti si teme una stangata che potrebbe far vacillare i molti servizi offerti soprattutto alle fasce più deboli di popolazione.
Non solo una questione fiscale, ma culturale
“Una mossa che non sorprende – sottolinea l’economista Luigino Bruni, docente alla Lumsa di Roma – in un contesto politico che ha fatto la guerra alle Ong e alle cooperative e che dunque vede l’eliminazione di tutti i corpi intermedi, quelli frutto di una cultura millenaria italiana. Dunque, non solo una questione economica, ma una rischiosa deriva che vede in tutte le iniziative della società civile, che partono dal basso, solo forme di rendita e corruzione”.
Il non profit saprà sopravvivere
Ma il timore di un possibile affossamento economico del non profit, secondo Bruni, sarebbe ingiustificato: “Questi enti, se il provvedimento sarà confermato, dovranno certamente riattivare il rapporto col territorio, trovare strumenti nuovi, ma hanno vissuto molte avversità e non sarà questa prova a far soccombere un tessuto fatto di centinaia di migliaia di realtà associative. Saranno i cittadini stessi – conclude l’economista - a non permettere di vedere perduto un patrimonio comune”.
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