Il Madagascar sceglie il Presidente. Appello dei vescovi
Isabella Piro – Città del Vaticano
Circa 10 milioni di elettori alle urne oggi in Madagascar per il ballottaggio delle elezioni presidenziali, che vedono contrapposti i due ex Presidenti: Andry Rajoelina e Marc Ravalomanana. Eterni rivali, il primo ha sostituito l'ultimo come leader dell'isola dopo un colpo di stato militare del 2009 ed entrambi hanno ottenuto il maggior numero di voti dopo il primo turno del 7 novembre. Questa mattina i due avversari si sono presentati presto per esprimere le loro votazioni e ciascuno ha promesso di rispettare i risultati.
Appello dei vescovi al bene comune
Saggezza, maturità, senso del dovere: sono i principi basilari che la Conferenza episcopale del Madagascar richiama, in una nota diffusa in occasione del secondo turno elettorale per il ruolo di Capo di Stato. “Andare alle urne è un dovere per ogni cittadino – si legge nel testo – Per questo, esortiamo tutti coloro che possono a partecipare attivamente al secondo turno elettorale ed a fare una scelta libera, secondo coscienza”.
Verità e trasparenza
Al contempo, i presuli chiedono ai rappresentati di tutte le istituzioni di “fare il possibile per promuovere la verità e la trasparenza nella gestione dei risultati elettorali, in modo che rappresenti la vera scelta della popolazione”. In tal modo, si eviteranno “sospetti”, garantendo “la credibilità” al voto e la proclamazione ufficiale dei risultati porterà “la pace”.
No alle violenze
Agli sfidanti, poi, la Cem chiede di attuare il concetto di "Fihavanana", parola malgascia che racchiude l’idea di vicinanza, amicizia e benevolenza tra gli esseri umani, così come il “rispetto reciproco”, mantenendo la calma durante le operazioni di voto ed accettando “con umiltà” l’esito elettorale. “Siamo tutti convinti – sottolineano i vescovi - che i disordini non faranno alcun bene né al Paese né alla gente, ma ci condurranno in un abisso più profondo; e il popolo malgascio non lo merita”.
Il nuovo Presidente sia il Presidente di tutti
“Chiunque sarà eletto, sarà il Presidente di tutti i malgasci senza distinzione – prosegue ancora la nota - un riconciliatore, un riunificatore” che sappia “collaborare con tutte le forze della nazione e tutti gli uomini di buona volontà che vogliono contribuire allo sviluppo del Paese”. Di qui, l’esortazione ai candidati affinché mantengano la promessa di far progredire il Madagascar, mirando solo “al bene comune ed allo sviluppo integrale”, affinché la popolazione possa “finalmente vivere nel benessere e nella pace”.
Invocazione a Maria
Infine, innalzando una preghiera, la Cem invoca la Vergine Maria, “Regina della Pace e prima Patrona del Madagascar”, perché mantenga il Paese lontano dal male. I firmatari del messaggio sono il Card. Désiré Tsarahazaba, presidente della Cem, insieme al vicepresidente, mons. Fabien Rharilamboniaina, ed al segretario generale, mons. Jean Claude Randrianarisoa.
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