A Roma il “Presepe vivente missionario” a sostegno dell'Africa
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Fare un presepe vivente significa dare espressione a una storia bellissima, che supera il confine del tempo: l’incarnazione del Figlio di Dio”. Così padre Antonio Meloni, responsabile a Roma della comunità missionaria di Villaregia presenta la dodicesima edizione del “Presepe vivente missionario”, che si svolgerà il 29 dicembre e sabato 5 gennaio nella sede romana della comunità, in zona Laurentina.
Il villaggio di Betlemme
Al centro della ricostruzione ideale del villaggio di Betlemme ci sarà la capanna che ospitò la Sacra Famiglia, insieme alle botteghe tradizionali del presepe, dal ciabattino, al fabbro, al falegname. Oltre cinquanta saranno i figuranti in costume, oltre a numerose attività per i più piccoli. Presente anche il coro “Roma Gospel Voices” che si esibirà in concerto e il disegnatore Disney Marco Gervasio che realizzerà le sue opere per i visitatori.
Un atto di evangelizzazione
“Il presepe vivente è innanzitutto un atto ecclesiale di annuncio, un atto ecclesiale di evangelizzazione: non è un evento teatrale qualsiasi, ma è una sacra rappresentazione”, ricorda padre Antonio: ”Il cuore dell’evento è proprio la lettura della natività di Gesù a Betlemme nel brano evangelico di Luca cap. 2”.
A sostegno della missione in Burkina Faso
Il "Presepe vivente missionario" è anche un’occasione di beneficenza per sostenere la missione della comunità di Villaregia in Burkina Faso. “All’interno di questa sacra rappresentazione - spiega ancora padre Antonio - desideriamo dare corpo anche a una concretizzazione di questo amore che il Figlio di Dio è venuto ad annunciare agli uomini, e la concretizzazione di questo amore è appunto la proposta di un atto solidale: non si paga un biglietto d’ingresso, però è proposta ai visitatori la possibilità di dare un’offerta, un’offerta libera, per poter contribuire concretamente alla solidarietà verso i più bisognosi”.
“Seminando un futuro per tutti”
Presente in Costa d’Avorio già da 30 anni, la comunità ha aperto nel febbraio scorso una nuova missione nella periferia di Ouagadogou, capitale del Burkina Faso, al quale partecipano finora tre sacerdoti e quattro missionari. “Il progetto che stiamo sostenendo con il Presepe vivente è denominato Seminando futuro per tutti”, spiega padre Antonio. “Si tratta di un progetto mirato a implementare imprese agricole, quindi i finanziamenti che raccoglieremo saranno finalizzati alla costruzione di un pozzo, all’implementazione di una ventina di orti solidali che serviranno a offrire possibilità di sussistenza a circa 230 famiglie povere della nostra missione, e anche a offrire micro-credito per far partire, appunto, piccole imprese agricole”.
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