Rifugiati: storie vere di coraggio per un mondo migliore
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Prima erano Dante Alighieri, Rudolf Nureyev, Freddie Mercury, Marlene Dietrich, oggi sono Alaa Arsheed, Mohamed Keita, Rose Lokonyen, Emi Mahmoud. Per tutti loro, famosi e non, il destino comune di essere stati rifugiati. Dodici scrittori italiani li raccontano, mettendoli l’uno accanto all’altro, intrecciando le loro vite, quelle dell’oggi e quelle del passato.
Insegnare ai giovani che i rifugiati non sono una realtà astratta
Le storie raccolte nel libro: “Anche Superman era un rifugiato”, a cura di Igiaba Scego in collaborazione con l’Unhcr, ricordano agli adulti e soprattutto insegnano ai più giovani che i rifugiati non sono una realtà astratta ma vivono accanto a noi. Se lasciano il loro Paese e i loro affetti è perché sono costretti. Nel libro, edito da Mondadori- Il Battello a Vapore, si racconta che Enea fu un rifugiato, che lo fu anche Dante, che scrisse in esilio la Divina Commedia e poi ancora si elencano musicisti, atleti, scrittori e, come da titolo, supereroi.
Strumento agli insegnanti per far conoscere la realtà dei rifugiati
“Ai ragazzi - spiega a Radio Vaticana Italia Igiaba Scego scrittrice di origine somala, figlia di rifugiati - volevamo parlare di altro, non delle cifre asettiche che ci passano i Tg e nemmeno dell’odio che si vive in questi tempi cupi. E’ un piccolo libro, il nostro regalo di Natale ad un’Italia che in questo momento è molto chiusa e che speriamo si riapra”.
Il libro, racconta Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, “è stato ideato per ragazzi e ragazze, a partire dagli 8 anni. Abbiamo pensato che fosse necessario dare uno strumento agli insegnanti per far conoscere la realtà dei rifugiati: la fuga, l’esilio, elementi che fanno parte anche dell’identità italiana: dal nostro Paese in molti sono fuggiti e in molti sono rientrati anche per ricostruirlo dopo la guerra”.
Dodici storie di vite parallele
Ad arricchire i racconti di Igiaba Scego, di Helena Janeczek, premio Strega 2018, di Paolo Di Paolo e degli altri scrittori, anche le illustrazioni di altrettanti disegnatori, nonché la testimonianza diretta di Alidad Shiri, rifugiato afgano. A lui,scappato quando aveva appena 10 anni, la vita lo ha in parte ricompensato in Italia. “Per un ragazzo è facile - ammette Alidad - ma per un adulto che ha lavorato, che ha costruito una casa e che deve lasciare tutto, fuggire e ritrovarsi in un altro Paese è molto difficile”. Dodici storie di vite parallele, accomunate da un sogno, una passione, un talento e il coraggio di metterli al servizio degli altri.
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