Terremoto in Sicilia. I sindaci chiedono vicinanza e progetti
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Aumenta di giorno in giorno il numero degli sfollati dei comuni etnei che hanno trovato ospitalità negli alberghi messi a loro disposizione dalla Regione Sicilia, nei territori intorno al vulcano siciliano colpiti dal sisma di magnitudo 4.8 - uno dei terremoti più energetici mai registrati sul vulcano - nella notte del 26 dicembre.
Per gli esperti il sisma e' legato all'attivazione della faglia Fiandaca e della faglia di Pennisi, due delle strutture più meridionali del sistema tettonico delle Timpe. Continua intanto l'eruzione sull'Etna con la presenza di attività stromboliana dai crateri sommitali e l'emissione di cenere lavica.
Decine sono le persone che avendo le proprie abitazioni fortemente danneggiate in questa situazione stanno chiedendo aiuto. Ma resta anche alto il numero di coloro che trascorrono le notti in auto per paura di atti di sciacallaggio nelle case, nonostante il sistema di protezione contro i furti sia stato potenziato dalla prefettura di Catania con la presenza, tra gli altri, di militari della squadra speciale 'Lupi' dei Carabinieri.
In corso le verifiche
Nei territori sono stati attivati con tecnici specializzati, i rilievi degli edifici danneggiati. “Stiamo cercando di capire, passo quale sia la situazione – fa sapere Santo Caruso, sindaco di uno dei comuni più colpiti, Aci Sant’Antonio-: abbiamo edifici pubblici danneggiati, tre chiese compromesse, ma anche scuole e tante abitazioni private. Non posso fare un bilancio preciso, ma a occhio i danni sono ingenti”.
Sostegno psicologico ai cittadini
Il Comune di Aci Sant’Antonio, oltre a centri di accoglienza per gli sfollati, ha attivato un servizio di sostegno psicologico per i cittadini che temono nuove scosse: “Uno staff di psicologhe volontarie si è messo a disposizione – aggiunge il sindaco Caruso che aggiunge-: dal Governo ora aspettiamo certezze sugli interventi e sui fondi disponibili per tornare alla normalità”.
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