Per una vera smart city servono relazioni smart
Emanuela Campanile, Renato Martinez - Città del Vaticano
Un coinvolgimento e una conferma che per costruire una città intelligente bisogna partire dalle persone. Con questa premessa, i 400 partecipanti al convegno 'Co-Governance: corresponsabilità nelle città', provenienti da tutto il mondo, si sono confrontati per approfondire il modello di governo partecipato delle città di oggi. Organizzato dal Movimento Umanità Nuova, Movimento Politico per l'Unità e Associazione Città per la Fraternità, l'evento si è svolto dal 17 al 20 gennaio al Centro Internazionale Mariapoli del Movimento dei Focolari a Castel Gandolfo (Rm): un susseguirsi di focus tematici, laboratori per l'analisi di buone pratiche e gruppi di lavoro interculturali.
Quando una città è veramente smart?
Molto spesso si sente parlare di smart city o di città intelligenti, facendo particolare riferimento a tutte quelle strategie di pianificazione urbanistica tese a migliorare l’architettura, la mobilità e le infrastrutture delle metropoli. Ma in realtà, oggi, davanti ad una società che cambia senza sosta, attraversata da problemi locali e globali sempre più impegnativi e investita dal ritmo convulso dello sviluppo tecnologico e dalle conseguenti nuove povertà che ne derivano, la città intelligente - grande o piccola che sia - deve essere molto più di una eccellente città digitale.
La necessità della corresponsabilità
È solo attraverso un patto reciproco fra cittadini e amministratori, politici e tecnici che "la politica diventa vero servizio alla gente, unendo energie di tutti per il bene comune", affermava la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich. E proprio tale consapevolezza è stata il filo rosso di tutto il convegno. Tra i partecipanti, Cristina Montoya, docente al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Istituto Universitario Sophia di Loppiano, ha dato voce all'importanza di costruire reti di relazione:
"Abbiamo bisogno di tecnologie, di regole, ma chiaramente non basta. I problemi che dobbiamo affrontare ci dicono che abbiamo bisogno di corresponsabilità. Siamo convinti che da noi cittadini, dal basso, insieme con gli amministratori, con i tecnici, con quelli che studiano, con i cittadini, dobbiamo generare nuovi modi di governare in cui tutti siamo corresponsabili. Per questo la nostra proposta, in questo convegno, si incentra sulla creazione di reti: reti tra i cittadini, reti all’interno delle istituzioni della città e reti tra le città. Perché la società è questo: una rete di relazioni".
Dare alla democrazia un nuovo contenuto
Accorgerci che abbiamo una possibilità di fare e di agire, e che quel bene che vediamo intorno a noi, noi lo possiamo moltiplicare è, per la professoressa Montoya, uno dei primi passi da compiere nel processo di trasformazione della società e della città in cui viviamo. "Quando le relazioni migliorano - ha sottolineato la docente - si crea un capitale sociale: il capitale sociale relazionale di una società, che le permette di ripartire anche dalle crisi più profonde, anche dalla corruzione più forte o dalle catastrofi naturali. In questi giorni, al convegno - ha proseguito - abbiamo visto dei magnifici esempi di buone pratiche, di come custodire relazioni, che hanno aiutato società intere a ripartire. Quindi - ha concluso Montoya - siamo certi che insieme a queste pratiche andremo avanti e così daremo alla democrazia un nuovo contenuto, un nuovo modo di esistere e di rispondere alle esigenze più profonde dell’uomo.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui