Vescovi Congo: risultati del voto non veritieri, ma strada verso l’alternanza è giusta
Michele Raviart – Città del Vaticano
“I vescovi hanno preso atto della pubblicazione dei risultati provvisori delle elezioni presidenziali che, che per la prima volta nella storia del nostro Paese, aprono la strada alla via dell’alternanza ai vertici dello Stato. Tuttavia, i vescovi constatano che i risultati pubblicati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) non corrispondono ai dati raccolti ai seggi dalla loro Missione di osservazione elettorale. E questa è una constatazione”. Don Donatien Nshole, segretario e portavoce della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), ribadisce a Vatican News le perplessità sui dati ufficiali delle elezioni presidenziali dello scorso 30 dicembre espresse in un comunicato diffuso ieri.
I risultati diffusi dalla Commissione
Secondo la Commissione elettorale, infatti, il vincitore è Felix Tshisekedi col 38% dei voti. Secondo, col 34% è l’altro oppositore del presidente Joseph Kabila, Martin Fayulu, mentre terzo con il 23% è il candidato filogovernativo Ramazani Shadary. Per i 40 mila osservatori elettorali della Chiesa cattolica, da sempre in prima linea a favore di una transizione democratica nel Paese dopo la dittatura di Mobutu e gli anni della presidenza di Laurant-Désiré Kabila e del figlio Joseph, tuttavia i dati non corrispondono alla realtà.
Rispetto della legge e rifiuto della violenza
Senza fare nomi – solo la Commissione elettorale può dichiarare i vincitori pena l’arresto – e nel rispetto delle proprie competenze, la Cenco chiede quindi il ripristino della legge. “Contrariamente alle attese di alcuni compatrioti, non spetta ai vescovi di dire i no, dare le tendenze e ricorrere alla giustizia” ribadisce don Donatien Nshole. “I vescovi esortano invece gli attori politici interessati ad usare la via del diritto, in conformità con la Costituzione e la legge elettorale. E i vescovi chiedono al contempo al popolo di Dio una prova di maturità civica, soprattutto di evitare che si ricorra alla violenza”.
I sospetti di un accordo
Il timore fondato, riferisce a Vatican News una fonte della Chiesa locale che preferisce restare anonima, è che il governo in carica abbia favorito un accordo tra Tshisekedi e Shadary per mantenere in qualche modo il potere a scapito di quello che sarebbe il vero vincitore, Fayulu. Una manovra politica che spiegherebbe anche il ritardo con il quale la commissione si è pronunciata sui risultati elettorali.
L’accompagnamento dei vescovi verso la democrazia
“Il vero problema per noi è l’indipendenza della Ceni”, spiega ancora don Nshole, “speriamo che in futuro possiamo avere una Ceni che sia veramente indipendente, e che non sia soggetta invece al diktat del potere”. I vescovi, precisa poi il segretario della Cenco,”non smetteranno di accompagnare il popolo sulla strada della promozione dei valori democratici, per il suo bene. Bisogna infatti riconoscere che questa volta il popolo è andato alle urne con una maturità ben maggiore rispetto agli anni passati. Il popolo ha approfittato dell’educazione ricevuta, tra gli altri, da parte delle strutture della Chiesa cattolica, e questa è una cosa importante. Se la popolazione continua a crescere in questa direzione, credo che ci sarà un’evoluzione. Quindi, malgrado ciò che abbiamo rilevato, bisogna ciononostante riconoscere che siamo sulla via dell’alternanza. Questo è già un segnale della maturità della popolazione”.
Convocato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu
Dubbi sulla regolarità dello spoglio sono stati espressi anche da Paesi come Belgio, Gran Bretagna e Francia che in queste ore sottoporranno la questione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo stesso Fayulu parla di “voto truccato e di accordo sottobanco”. Tre intanto le vittime nella città di Kikwit per gli scontri in piazza tra i sostenitori di Fayulu e le forze dell’ordine.
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