Corteo Viva la Befana: i valori dell'Epifania e i doni al Papa
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Sarà lungo, festoso e articolato il Corteo che questa mattina, con almeno 1500 figuranti secondo le previsioni, affollerà Via della Conciliazione per raggiungre Piazza San Pietro e assistere all'Angelus del Papa. Si rinnova anche questo 6 gennaio, infatti, la manifestazione storico - folcloristica, giunta alla sua XXXIV edizione, dal titolo “Viva la befana, per riaffermare e tramandare i valori dell'Epifania", che, al seguito dei Magi, anche quest'anno recherà reca doni molto particolari al Pontefice
Le origini
Era l’anno 1985 quando un gruppo di genitori e nonni, professionisti impegnati nei vari settori della scuola, della cultura, dello sport e del sociale decisero di realizzare una manifestazione di grande visibilità per convincere definitivamente il Governo a reinserire l’Epifania come giorno festivo nel calendario civile; da allora con vicende alterne, ma forte del consenso popolare, l'iniziativa è diventata un evento permanente cui si aggiungono di anno in anno nuovi protagonisti.
Sulmona e l'Abruzzo protagonisti
La manifestazione è realizzata da un Comitato organizzatore di “serventi” volontari, coordinati dall’Associazione Europae Fami.li.a (Famiglie Libere Associate d’Europa), il cui presidente, Sergio Balestrieri, anche coordinatore generale dell'evento, spiega a Vatican News le caratteristiche di quest'anno: la centralità di Sulmona e della regione Abruzzo, il senso del recare doni al Papa e lo spirito che anima i protagonisti.
R. – Scopo della manifestazione è quello di riaffermare e tramandare i valori dell’Epifania: cioè noi vogliamo che, attraverso il mantenimento delle tradizioni popolari locali, ci possa essere la base per costruire il proprio futuro, così come ha detto il Papa. Infatti, quest’anno abbiamo scelto come protagonisti la città di Sulmona e il centro Abruzzo proprio perché è stata una popolazione che negli ultimi anni ha avuto delle particolari sofferenze; però, malgrado tutto, hanno saputo mantenere vive queste tradizioni, e soprattutto riescono a mantenere vivo quell’affetto verso la comunità, cosa che, in molte parti, purtroppo va scomparendo.
Il corteo è molto ricco e complesso, ma c’è una cosa importante da dire,cosa segna l’apertura del corteo quest’anno?
R. – L’apertura del corteo verrà fatta dal grande quadro della Sacra Famiglia, realizzato dagli infioratori di San Gemini in petali di fiori essiccati e tritati. Questo quadro è permanentemente esposto alla venerazione dei fedeli nel santuario de La Salette a Roma, il centro mondiale dei padri missionari, proprio perché noi consideriamo la famiglia la base e il perno della società, così come ci hanno insegnato tutti i Papi che si sono succeduti, e come ci insegna la religione cattolica.
C’è una copia di questo quadro che è stata donata al Papa…
R. – La prima copia è stata donata al Santo Padre due edizioni fa. Poi noi abbiamo aggiunto a queste immagini della Sacra Famiglia due immagini nuove, che sono San Francesco, perché è patrono d’Italia e inventore del Presepe – e quindi rappresentano tutti i comuni che si avvicendano come protagonisti del corteo –, e dall’altra parte San Giovanni Paolo II perché è stato il Papa che ci ha consentito per la prima volta di fare questa manifestazione. Quindi è un segno di omaggio, e anche di ricordo, di una cosa bella, che piace ai bambini, agli adulti, che provano gioia nel donare senza chiedere nulla in cambio. Infatti, la cosa strana è che è difficile realizzare una manifestazione di questa imponenza tutta sul volontariato. Sono le famiglie che realizzano questo corteo, ed è aperto a tutti: ogni anno si aggiungono nuove famiglie. Abbiamo avuto riscontri anche dall’estero, e anche dalle istituzioni, perché quest’anno avremo la Fanfara dei Carabinieri a cavallo.
Sì, c’è una presenza importante, che è quella della Polizia penitenziaria, o no?
R. – Sì, a Sulmona esiste un carcere il quale ha voluto manifestare al Santo Padre l’attenzione che ha sempre avuto per le persone che soffrono. La cosa bella e nuova è che questo dono che è stato realizzato è il frutto del lavoro congiunto tra agenti di polizia penitenziaria e detenuti, tenendo presente che poi i doni sono ovviamente doni simbolici e non personali, ma sono doni che ricordano l’attività pastorale del Santo Padre, e soprattutto le tradizioni, la cultura e il folclore dei popoli che lo donano, e quindi le famiglie che lo donano. L’Epifania non è soltanto il giocattolo, il fatto materiale, ma bisogna ricordare perché festeggiamo l’Epifania: perché è il giorno in cui avviene la manifestazione di Gesù, attraverso i Magi, ai popoli della terra.
Ultimo Aggiornamento 06 gennaio ore 09.20
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui