Giornata della Memoria. Noemi Di Segni: è un vissuto comune
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Bisogna mobilitarsi a favore della cultura della memoria: è stato l’appello di Noemi Di Segni la quale ha precisato che le iniziative presentate vogliono sensibilizzare non solo sul tema dell’antisemitismo, ma sul razzismo in generale. La Shoah è un tema identitario che riguarda tutti, non solo il popolo ebraico e per questo “ciascuno si deve sentire questo peso di memoria da portare, da proiettare e deve sapere cosa è accaduto”, sottolinea la Di Segni a Radio Vaticana Italia.
Agire sulle fasce più giovani
Per la presidente dell’Ucei ciò che è importante è agire sulle fasce più giovani: “Una cosa è insegnare ciò che è accaduto nella Shoah e una cosa è, ancor prima, insegnare e convivere e saper rispettare gli altri”. A giudizio della Di Segni, non si può appiattire la narrazione dello Shoah solo sulla responsabilità dei nazisti, al momento dell’ingresso del nazismo in Italia, nel 1943, tantomeno la Shoah finisce con i campi di sterminio, perché è da rintracciare anche prima e anche dopo. “Le responsabilità – è convinzione della presidente dell’Ucei - sono di ogni Paese e di ogni regime dove si sono verificate deportazioni e persecuzioni”.
Crescono antisemitismo e razzismo
Oggi, le istituzioni sono chiamate a percepire i segnali dell’aumento dei casi di razzismo e antisemitismo. “Ci sono fenomeni di diverso tono, forse anche di diverse origini, collocati in diversi luoghi e fasce della società, dallo sport al boicottaggio accademico, ad episodi su autobus e treni”. Episodi che non vanno sottovalutati, ritiene la Di Segni che avverte: occorre essere vigili.
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