Gran Bretagna: settimana decisiva per la Brexit
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Dovrebbe riprendere domani alla Camera dei Comuni il dibattito su Brexit dopo la sospensione a dicembre del voto parlamentare di ratifica. “Il governo britannico non vuole ritardare l’uscita, l’articolo 50 non sarà esteso – ha dichiarato il segretario di Stato alla Brexit Callanan - lasceremo l’Unione il 29 marzo di quest’anno”.
La May impegnata a convincere gli euroscettici del suo partito
Antonio Villafranca, responsabile dell’area Europa per l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) sottolinea come la premier britannica May “nelle ultime settimane ha cercato, anzitutto all’interno del suo partito, di convincere molti euroscettici a votare a favore dell’accordo, anche perché il rischio, in caso contrario, sarebbe quello di una crisi di governo e ha cercato anche la sponda degli scozzesi e di almeno una parte dei laburisti. Probabilmente, però, questo non sarà sufficiente e si va verso un rigetto dell’accordo”. Resta, tuttavia, incerto l’esito del voto a Westminster e si affaccia la possibilità di un “No Deal”. “Ipotesi inevitabile se il voto sarà negativo – aggiunge Villafranca – sarebbe impensabile una rinegoziazione profonda dei termini dell’accordo, anche perché non ci sarebbero né i tempi né la volontà da parte dei Paesi europei a fare ulteriori concessioni e quindi si andrebbe al “No deal”, a meno che la Gran Bretagna, come ha chiarito la Corte di giustizia europea, non ritiri la richiesta di Brexit”.
Nuova mozione bipartisan alla legge di bilancio
Intanto ai Comuni spunta una nuova mozione bipartisan per allontanare l'ipotesi d'una Brexit no deal di default in caso di bocciatura dell'accordo May. Si tratta di un emendamento alla legge di bilancio, presentato dalla laburista Cooper e dalla Tory pro-Remain Morgan, che – se approvata oggi - vieterebbe al governo d'introdurre aumenti di tasse o altre misure finanziarie di emergenza in presenza di un no deal non autorizzato esplicitamente dal Parlamento.
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