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Venezuela. Teologo Luciani: dalla Chiesa atteggiamento profetico

La Chiesa del Venezuela ha assunto un ruolo profetico e sta collaborando per il cambiamento sociale e politico. La sua voce in sintonia con Papa Francesco. Il teologo venezuelano Rafael Luciani rivendica il diritto costituzionale che in caso di elezioni illegittime dà il potere esecutivo al presidente del Parlamento

Lo scorso 23 gennaio si è svolta una marcia con una grande partecipazione nella città di Caracas, capitale del Venezuela, accompagnata da proteste nelle principali città del Paese. Tutto questo movimento - riporta l'Agenzia Sir - è iniziato nei quartieri popolari, quelli che hanno maggiormente sofferto in questi anni per la crisi umanitaria e per la repressione della Guardia nazionale, con un elevato bilancio di giovani arrestati, torturati e assassinati. Le elezioni del maggio 2018 si sono svolte dopo che Maduro aveva dato l’ordine di mettere fuori gioco i partiti d’opposizione, che non hanno potuto partecipare. Per questa ragione, c’è stata un’astensione che ha superato l’85%. La comunità elettorale non ha riconosciuto la vittoria di Maduro e il 10 gennaio 2019 avrebbe dovuto terminare il suo mandato.

Guaidó è Presidente ad interim per volere della Costituzione

“Di fronte al rifiuto di Maduro di lasciare il potere, la Costituzione della Repubblica stabilisce che il presidente del Parlamento debba assumere le funzioni del potere esecutivo e facilitare una transizione verso un nuovo processo elettorale. Per questo motivo, il 23 gennaio Juan Guaidó ha giurato di fronte alla Costituzione per assumere tale incarico e, allo stesso tempo, di fronte al popolo sceso in strada, con la prospettiva che insieme lottino, in forma non violenta, per creare la condizioni perché si possa andare verso una transizione democratica”. Lo sostiene, in un intervento all'Agenzia Sir, il teologo venezuelano Rafael Luciani, membro dell’equipe teologico-pastorale del Celam, professore dell’Università Cattolica Andrés Bello di Caracas e della Escuela de Teología y Ministerio del Boston College.

Elezioni libere, liberazione prigionieri politici, ingresso aiuti umanitari e riconoscimento Parlamento

“Guaidó – si legge nell’intervento – ha chiesto di concentrarsi su due esigenze molto chiare: la realizzazione di nuove elezioni con un nuovo Consiglio elettorale e l’ingresso nel Paese degli aiuti umanitari internazionali. Ricordiamo che le donazioni di organizzazioni cattoliche o non governative internazionali, come la Caritas, non sono permesse in Venezuela, per ordine del Governo”. “È opportuno chiarire – prosegue il teologo Luciani - che il Parlamento non sta operando come un’entità isolata o rappresentando un partito politico. Sta rispondendo a quello che chiede la Costituzione Nazionale e lo fa appoggiandosi al clamore del popolo, assumendo il suo carattere di essere rappresentante della voce del popolo”.
Il cammino per una via d’uscita consiste in: realizzazione di elezioni libere, liberazione dei prigionieri politici, ingresso degli aiuti umanitari e riconoscimento del Parlamento.

Il ruolo profetico della Chiesa

In una situazione nella quale ci sono centinaia di giovani incarcerati e torturati, centinaia di prigionieri politici e la maggioranza di leader dell’opposizione impedita ad esercitare il proprio ruolo politico, la Chiesa in Venezuela ha assunto il suo ruolo profetico e sta collaborando per il cambiamento sociale e politico chiesto dai più poveri in tutto il Paese. Gli stessi teologi venezuelani, sono stati coerenti nel sostenere che l’attuale regime di Maduro è illegittimo. E questa è stata la posizione del Centro Gumilla e di tutte le opere della Compagnia di Gesù nel Paese, così come della Confederazione dei religiosi e delle religiose del Venezuela.

Il Papa in sintonia con la voce dei vescovi

Il Papa ha riconosciuto in diverse circostanze, anche all’Angelus da Panama, che la sua posizione è in accordo con la voce dei vescovi venezuelani: “Si cerchi e si raggiunga – ha detto domenica – una soluzione giusta e pacifica per superare la crisi, nel rispetto dei diritti umani e cercando esclusivamente il bene di tutti gli abitanti del Paese”. E ieri nell’incontro con i giornalisti sull’aereo che lo stava riportando a Roma ha detto di soffrire “per quello che sta accadendo in questo momento in Venezuela e per questo ho chiesto – ha affermato - che ci sia una soluzione giusta a pacifica. Quello che mi spaventa è lo spargimento di sangue. E chiedo grandezza nell’aiuto da parte di quelli che possono aiutare per risolvere il problema”. 

 

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29 gennaio 2019, 10:48