La voce della Chiesa sulla vicenda della Sea Watch
La vicenda delle due navi, Sea Watch e Sea Eye, cariche di migranti a largo di Malta continua infiammare il dibattito in Italia. Il governo attacca Malta. "Non cediamo ai ricatti. Due navi ong sono in acque territoriali maltesi: le persone a bordo devono essere fatte sbarcare a La Valletta", dice il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini il quale definisce "vergognoso l'atteggiamento dell'Europa che tace. Evidentemente le lezioncine di umanità vanno indirizzate solo all'Italia. Non cediamo ai ricatti e alle menzogne". L’altro vicepremier Di Maio aggiunge: “Non arretriamo sulla politica migratoria, che ha permesso di ridurre in modo considerevole gli sbarchi, ma quando si tratta di donne e bambini siamo pronti a dare una lezione a tutta l'Europa e ad accoglierli". Ma ieri sera il ministro dell’Interno maltese Farrugia ha replicato che “piuttosto che fare tali dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea, l'Italia dovrebbe partecipare al ricollocamento dei migranti attualmente in corso". Giorgia Linardi, portavoce della Ong tedesca Sea Watch, afferma che “l'Italia resta in una posizione che, rispetto alle intenzioni, non è chiara. E un'opzione che non possiamo prendere sul serio. La trattativa sulla redistribuzione dovrebbe avvenire dopo lo sbarco. Non prima di garantire un porto. E’ scandaloso”.
Dal canto suo il vescovo di Piazza Armerina in Sicilia, mons. Rosario Gisana, si dice "scandalizzato" per la vicenda, e afferma che nel Paese c'è una sottile forma di razzismo nei confronti dei migranti.
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