Messa per la fondazione di Sant'Egidio, costruttrice di ponti e speranza
Michele Raviart – Città del Vaticano
“La Comunità di Sant’Egidio si è chinata sull’uomo ferito nelle periferie e ha offerto reti di amicizia e solidarietà”, costruendo “ponti di salvezza e dialogo con tutti”. Così il cardinale vicario Angelo De Donatis, celebrando una Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano per la conclusione del cinquantesimo anniversario della Comunità di Sant’Egidio.
Il legame con le periferie
Il porporato ha ricordato il legame della Comunità con la città di Roma e con le periferie “umani ed esistenziali del mondo”. Un concetto ribadito anche dal presidente Marco Impagliazzo, che ha voluto ricordare che Sant'Egidio “ama molto Roma, la sua gente e le sue periferie” e che intende “realizzare un mondo più fraterno”, dove ci sia “più ascolto e più dialogo a tutti i livelli della società”
Vicini agli ultimi
Tra le migliaia di presenti, oltre ad esponenti delle istituzioni e delle altre comunità cristiane, anche le persone alla quali la Comunità è storicamente vicina: senza fissa dimora, anziani in difficoltà, persone con disabilità e rifugiati arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari.
60 mila in tutto il mondo
La Comunità di Sant’Egidio nasce a Roma nel 1968 dall’iniziativa di un gruppo di studenti guidati da Andrea Riccardi e prende nome dall’omonima Chiesa di Trastevere. Oggi la Comunità è presente in oltre 70 Paesi del mondo, è composta da oltre 60 mila persone ed è impegnata, come ha affermato Papa Francesco, nella missione “di comunicare il Vangelo attraverso l’amicizia personale e di mostrare come una vita diventa davvero umana quando è vissuta accanto ai più poveri”.
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