Crisi in Albania, arcivescovo di Tirana: il dialogo è l’unica soluzione
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
In questi giorni l’Albania è scossa da forti proteste contro il governo. “Le dimissioni del premier socialista Edi Rama - ha dichiarato il leader partito democratico albanese Lulzim Basha - sono il primo obiettivo da raggiungere”. I deputati del partito di Basha, principale formazione dell'opposizione albanese di centro destra, hanno ufficializzato ieri le dimissioni in blocco dal Parlamento. Una decisione fortemente contestata sia da Bruxelles sia da Washington. Il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, ha rivolto in particolare un appello affinché i partiti d'opposizione non abbandonino l’aula parlamentare: “In democrazia – ha affermato - il Parlamento è il luogo principale per gli affari politici di un Paese. L'opposizione albanese non deve rinunciare ai mandati parlamentari”.
Le voci di maggioranza e opposizione
La tensione resta altissima. Ieri sera il premier socialista Edi Rama, in un discorso televisivo, ha dichiarato che la maggioranza sarà sempre disposta al dialogo con l'opposizione, ma non a discutere per interrompere un legittimo mandato di governo. “Gli elettori – ha sottolineato Rama - giudicheranno con il loro voto, sia nelle amministrative del prossimo giugno, sia nelle politiche di turno nel 2021". "L'opposizione – ha detto invece Lulzim Basha ha rimesso i mandati. Oggi siamo dei semplici cittadini”. "Noi - ha aggiunto il leader del partito democratico - non siamo un popolo della violenza, ma rispettoso di libertà e democrazia, e non accetteremo mai il furto del voto popolare e di centinaia di milioni dalle tasche degli albanesi".
Ue: si manifesti pacificamente
L'Unione Europea "riafferma il diritto dei cittadini" albanesi a "manifestare pacificamente” e denuncia “qualsiasi retorica da parte dei leader politici che incitino alla violenza”. Per Bruxelles, “la decisione dell'opposizione di rimettere i mandati intralcia in modo serio il funzionamento della democrazia in Albania”. Il governo e l'opposizione, auspica l’Ue, si impegnino in discussioni “per superare l'attuale situazione, a beneficio dell'Albania e dei suoi cittadini".
Mons. Frendo: situazione tragica, il dialogo è l’unica via
Intervistato da Luca Collodi di Radio Vaticana Italia, l’arcivescovo metropolita di Tirana-Durazzo, mons. George Frendo, sottolinea che è necessario intraprendere la via del dialogo, “l’unica strada per una soluzione giusta”. (Ascolta l’intervista con mons. Frendo)
R. - La situazione è tragica, purtroppo manca un dialogo tra i partiti politici. Forse è colpa più o meno di tutti: per un dialogo ci vuole la buona volontà, la volontà di ascoltare prima di tutto. E la volontà di ascoltare suppone anche la disposizione umile. Non si deve fare una caricatura del dialogo ed anche i politici devono cercare questo dialogo che è l’unica strada per una soluzione giusta, l’unica strada. Deve essere un vero ascolto. Non è neanche un semplice compromesso.
D. - Tornare a votare in Albania può essere la giusta soluzione?
R. - Forse sì, però non solo questo. Questa non è l’unica volta che sono sorte situazioni di tensione in Albania. Perciò, da parte dei partiti, politici è necessario avere più senso del bene comune. Il bene comune richiede anche un certo sacrificio da parte di tutti.
D. – Lei è stato chiamato per fare una mediazione come Chiesa?
R. – No, no… È difficile che chiamino una persona religiosa per fare da mediatore. Io non voglio neanche fare il politico. Io sono un pastore. Posso dare certi consigli, come quando ho parlato contro violenze e vandalismo e a favore del dialogo. Però, molto spesso ho ripetuto: la politica può cambiare le strutture, ma solo la religione può cambiare i cuori.
D. - Lunedì prossimo, il cardinale di Stato segretario Parolin, sarà in visita in Albania…
R. - Sarà la sua seconda visita. Già è stato nel 2014 insieme a Papa Francesco, quando è venuto in Albania. In questa occasione il motivo è la benedizione della prima pietra dell’ospedale che apriranno i padri concezionisti. Siamo molto grati ai padri concezionisti perché sono stati loro ad aprire l’università cattolica e sono sempre loro, adesso, che apriranno questo ospedale. Sia l’università sia l’ospedale sono ispirati da principi cattolici, cristiani, eppure dentro l’università ci sono più non cattolici che cattolici. Allora l’università diventa anch’essa un segno di quella armonia religiosa che è così tipica dell’Albania. Così pure l’ospedale… Anche l’ospedale è aperto a tutti, indipendentemente dalla religione.
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