#Dònàti, campagna del Forum Famiglie per rilanciare l’adozione e l’affido in Italia
Marco Guerra – Città del Vaticano
“Con loro abbiamo conosciuto e ascoltato la sofferenza dell'abbandono, il dolore di ferite che, in alcuni casi, non guariranno mai. Ma solo i nostri figli ci hanno tolto dall'egoismo, dalle banalità della vita e dalla superficialità”. L’adozione è un dono per il bambino orfano ma soprattutto per i genitori che decidono di accoglierlo nella loro famiglia, questo è quanto raccontano le testimonianze provenienti da tutte le regioni italiane nell’ambito della campagna del Forum delle associazioni familiari “#Donati: fatti un dono, dona una famiglia a chi non l’ha”.
Eventi in 15 città
L’iniziativa, organizzata da cinque realtà associative del Forum che si occupano di infanzia abbandonata (Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione per Famiglie Nuove, Famiglie per l’Accoglienza e Progetto Famiglia), ha avuto luogo lo scorso 26 gennaio in circa 15 grandi città italiane, con l’obiettivo di accendere un faro sul valore morale, sociale e anche economico dell’adozione e dell’affido.
La campagna sui social, #donati
Nel contempo, l’hashtag #donati lanciato sui social vuole spronare a intraprendere la meravigliosa avventura dell’adozione o dell’affido e di confermare, nei racconti diretti di chi l’ha già scelta, quanto è bello vivere quest’avventura, “perché ogni bambino, nel mondo, merita di crescere accanto a una mamma e un papà”.
De Palo: nuovi frutti dalle testimonianze
“Non ci stancheremo di seminare frutti di speranza per l’infanzia abbandonata – ha spiegato Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari –perché siamo convinti che solo la testimonianza concreta della scelta di diventare genitori adottivi o affidatari, portata dalle famiglie del Paese reale, potrà generare nuovi nuclei familiari decisi a fare altrettanto”.
Contrastare il calo delle adozioni
L’impegno del Forum delle famiglie appare ancora più prezioso alla luce del drastico calo delle adozioni internazionali avvenuto in Italia. Si è passati dalle 4.022 unità del 2011 alle 1.436 realizzate nel 2017. Un crollo dovuto sia a fattori culturali sia al periodo di stallo della Commissione governativa per le adozioni internazionali che per alcuni anni ha anche sospeso i rimborsi per le famiglie che hanno intrapreso il lungo e costoso processo dell’adozione di un bambino all’estero.
Nel mondo 140 milioni di orfani
“Tanto più in un pianeta in cui – ricorda in una nota il Forum - stando alle stime Unicef continuano ad esserci 140 milioni di bambini orfani o abbandonati. E in un Paese, l’Italia, in cui al momento, dei 26mila minori fuori famiglia, ben 15mila non hanno ancora potuto abbracciare una mamma e un papà e vivono in strutture di accoglienza”.
3 milioni di coppie sterili in Italia
“Una ‘chiamata’ all’azione – prosegue il comunicato - per almeno parte dei 3 milioni di coppie sterili che abitano il nostro Paese, tante delle quali desidererebbero intraprendere l’iter per l’adozione o l’affido, ma non hanno ben chiari quali siano i passi da compiere, non sono consapevoli della ricchezza genitoriale che si sprigiona da questa scelta”.
Riccardi: un nuovo interesse per le adozioni
“Molte famiglie avendo letto di questa iniziativa, ci chiedono informazioni su come procedere con l’adozione”, così Cristina Riccardi, consigliere di Ai.Bi. e del Forum della Famiglie, intervistata da VaticanNews riferisce degli esiti e degli obiettivi della campagna #Donati:
R. – La campagna è nata dal desiderio delle famiglie che, all’interno dell’associazione del forum, hanno fatto l’esperienza dell’accoglienza di bambini in adozione, in affido. È nata dall’esigenza di raccontare quanto sia bello e possibile accogliere un bambino nella propria casa. Il nome del progetto, “Dònàti”, è scritto con il doppio accento perché vuole essere letto in questi due modi, e sintetizza proprio quest’idea: come, se superiamo le nostre paure, le nostre preoccupazioni, se seguiamo un pochino anche la pancia donandoci ad un bambino e accogliendolo, quanti doni e quanta ricchezza in cambio possiamo ricevere dal bambino stesso.
Che riscontro c’è stato riguardo a questa campagna: come si è svolta?
R. – C’è stato un ottimo riscontro, superiore a quanto ci aspettavamo. Le sale erano piene. E soprattutto ciò che ci sta colpendo tutti i giorni, a partire dal 26 gennaio, è la richiesta di informazioni da parte delle famiglie che, avendo partecipato e avendo letto anche sui Social di questa iniziativa, ci chiedono informazioni su come procedere con l’adozione o come approcciarsi al mondo dell’affido. Penso che questa sia la soddisfazione più grande che abbiamo avuto.
Da dieci anni a questa parte si è registrato un drastico calo delle adozioni in Italia, a cosa è dovuto? Ricordiamo che l’Italia è sempre stato uno dei Paesi con il maggior numero di adozioni nel mondo…
R. – Io penso che in generale ci siano dei grossi cambiamenti culturali che determinano proprio questa minore disponibilità all’accoglienza, però bisogna fare delle riflessioni distinte per quanto riguarda l’adozione e l’affido famigliare. In particolare, è in crisi l’adozione internazionale. Infatti, come sappiamo, per quanto riguarda l’adozione nazionale, delle circa 1000 adozioni che vengono realizzate, ancora molte coppie restano in lista d’attesa perché in Italia c’è un numero limitato di bambini dichiarati adottabili. Sul fronte dell’adozione internazionale, invece, c’è stato un calo veramente drastico che corrisponde però anche al boom della Pma (procreazione medicalmente assistita ndr) in Italia: ossia quando si è iniziato a poterla fare con tutti gli aiuti necessari. E quindi l’adozione internazionale ha probabilmente perso un po’ valore rispetto alle coppie desiderose di avere un figlio.
Restano però molte coppie che vogliono adottare in Italia e non riescono però a farlo…
R. – Sì, al di là di tutte le difficoltà che il sistema di adozione internazionale ha dovuto affrontare negli ultimi anni, noi riteniamo che occorra necessariamente un maggiore interesse politico al tema dell’adozione internazionale. Mancando questo, mancano le risorse, manca l’iniziativa, nel senso che l’adozione internazionale si basa su accordi internazionali tra il nostro Paese e quelli di origine dei bambini, e quindi ci vuole una grande volontà politica per portare avanti questi accordi: di fatto, sono anni che non ne vengono realizzati di nuovi. Una notizia di queste ultime settimane è che la Cai (Commissione per le Adozioni Internazionali) sta riprendendo dei contatti con dei Paesi africani, e noi ci auguriamo che questo voglia dire poi arrivare a degli accordi e a un rilancio, soprattutto per l’Africa che sappiamo essere uno dei Paesi con il maggior numero di orfani.
L’adozione, l’affido, sono forse la forma più nobile di accoglienza. Tornare a parlare di questa possibilità: forse la forma più alta di altruismo…
R. – Sì, anche il progetto del forum “Dònàti” parte dallo stimolo di Papa Francesco che, in “Amoris laetitia”, parla della genitorialità biologica adottiva e affidataria come di pari dignità. Ed è questo proprio il nostro obiettivo: suscitare nelle famiglie la riflessione che porti a sentirsi non colpevoli, ma responsabili di questi bambini che non possono crescere serenamente in una famiglia.
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