La Nigeria al voto per la scelta del presidente
Giancarlo La Vella - Città del Vaticano
Duecento milioni di cittadini alla ricerca di un presidente che porti nel Paese pacificazione, stabilità e benessere. Questo in sintesi il significato del voto di domani in Nigeria. Il grande Paese africano è ricchissimo di petrolio, ma, a causa della corruzione e del terrorismo interno, tanta parte della popolazione vive in condizioni di estrema povertà.
Corruzione, violenza e povertà i problemi da risolvere
Secondo il comboniano padre Giulio Albanese, direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie, i vertici del Paese hanno avuto sinora molte difficoltà ad arginare gli endemici problemi del Paese, come la corruzione la violenza del terrorismo e la povertà.
Le sfide del prossimo presidente
Si arriva a questo voto dopo una campagna elettorale estremamente violenta. L’ultimo episodio durante un comizio del presidente Buhari, quando almeno 15 persone hanno perso la vita calpestate dalla folla. 72 i candidati che aspirano alla più alta carica dello Stato: oltre al capo dello Stato uscente, il leader del più grande partito di opposizione, Atiku Abubakar, imprenditore del settore petrolifero, che promette di risollevare l'economia grazie alla sua esperienza nel settore economico-finanziario. Il nuovo presidente, oltre all’emergenza economica, dovrà affrontare anche altre gravi questioni, come l’aumento dell’immigrazione verso l’Europa e il terrorismo del gruppo fondamentalista Boko Haram, ma, afferma padre Albanese, le questioni non sono ancora in agenda.
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