Incendio baraccopoli di S.Ferdinando. Mons. Milito: l'impegno della Chiesa
Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Tragedia nella notte nella baraccopoli di san Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Un incendio è divampato nell’accampamento ed ha provocato una vittima, si tratta di un senegalese di 35 anni, la terza vittima in poco più di un anno.
Per il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi mons. Francesco Milito “non si può più attendere. Bisogna passare dai buoni intendimenti, di cui siamo rispettosi, ai fatti”. A Radio Vaticana Italia il presule ricorda l'impegno della Chiesa per garantire la dignità dei migranti.
Il rogo
Le fiamme potrebbero esser scaturite da un braciere acceso dai migranti per riscaldarsi. L’incendio è stato poi spento dai vigili del fuoco che hanno allestito una postazione fissa nell'area interessata dal rogo, evitandone così l'espansione. Circa una quindicina le baracche andate a fuoco. I migranti rimasti senza un tetto sono stati ricoverati presso la nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando.
Ministro: basta abusi e illegalità
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto che la baraccopoli sarà sgomberata. Secondo il ministro “per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, erano statu messi a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità".
Nel corso della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, è stato allestito un piano per trasferire, nel breve periodo e previe le necessarie verifiche di legge, i migranti che vivono nella baraccopoli. Questo nelle more dell'attuazione di forme di accoglienza diffusa per le quali la Regione ha manifestato disponibilità a contribuire con strumenti che incentivino le locazioni.
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