Nigeria: vescovi chiedono voto pacifico e libero
Elvira Ragosta – Città del Vaticano
Cinque persone sono rimaste uccise nel Sud-est del paese dopo gli scontri tra i sostenitori dei due principali partiti politici. Secondo il portavoce della polizia, le vittime, uccise domenica nella città petrolifera di Warri, erano membri del partito al potere in Nigeria, il Congresso dei progressisti (Apc). Intanto, ieri i vescovi nigeriani hanno invitato i cattolici a tre giorni di preghiera e digiuno per questa settimana e lanciano un appello affinché il voto sia pacifico, libero e credibile.
Al voto 84 milioni di nigeriani
Nel Paese più popolato d’Africa, con 190 milioni di abitanti, sono più di 84 milioni i nigeriani chiamati al voto sabato 16 febbraio per le elezioni presidenziali e legislative. Il Presidente uscente, Muhammadu Buhari, in lista per un secondo mandato, avrà come sfidante Atiku Abubakar, il candidato del Partito democratico del popolo (Pdp), già vice-presidente dal 1999 al 2007.
E’ da escludere uno scenario da guerra civile
“Come spesso accade in Nigeria quando si avvicinano le elezioni, il clima è piuttosto teso – spiega Marco Di Liddo, analista del Cesi (Centro studi internazionali) - perché tutte le campagne elettorali sono contrassegnate dalla grande spinta popolare verso il cambiamento: un cambiamento sbandierato nelle promesse dei leader alla presidenza, ma che poi nei fatti molte volte non si verifica”. Sui rischi in vista di questa competizione elettorale, poi, Di Liddo aggiunge: “Se paragoniamo lo scenario nigeriano a quello di altri Paesi africani, ci troviamo di fronte a una democrazia che ha molti problemi, soprattutto legati al settarismo, al nepotismo e alla corruzione, ma che ha trovato un suo equilibrio, quindi i rischi di uno scenario da guerra civile sono da escludere. Però la Nigeria è un Paese attraversato da profonde tensioni tra gruppi etnici e categorie sociali. In questo senso - conclude Di Liddo - le elezioni rappresentano una cassa di risonanza di queste tensioni e ci potrebbero essere degli scontri”.
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