Venezuela: Chiesa e Ue chiedono lo sblocco degli aiuti umanitari
Roberto Piermarini - Città del Vaticano
Elezioni presidenziali credibili al più presto, ingresso nel Paese degli aiuti umanitari dall'estero e stop alla repressione e alle violazioni dei diritti umani. E' quanto si legge nella dichiarazione finale diffusa al termine della conferenza internazionale sul Venezuela a Montevideo. Messico, Uruguay, Caraibi e Bolivia hanno firmato un altro documento per il dialogo, non condividendo quello del Gruppo di contatto. Gruppo di Contatto per il Venezuela - che sta cercando di verificare l'esistenza di spiragli di dialogo - che ha così deciso di promuovere un'azione internazionale comune per arrivare ad "una soluzione della crisi politica, democratica e controllata dai venezuelani, che escluda l'uso della forza, attraverso elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili in accordo con la Costituzione venezuelana". Così indica la dichiarazione comune, che definisce "cruciale" che in Venezuela si "ristabilisca la democrazia in tutte le sue dimensioni, includendo lo Stato di diritto, la separazione dei poteri" e il riconoscimento delle facoltà delle diverse istituzioni, "e in particolare dell'Assemblea Nazionale, eletta democraticamente". Dal canto suo Juan Guaidó in un'intervista rilasciata a Sky24 ha detto: “Faccio un appello affinché tutti quelli che possono aiutarci, come il Santo Padre e tutte le diplomazie, possano collaborare per mettere fine all'usurpazione, per (favorire) un governo di transizione, e per portare a elezioni veramente libere in Venezuela, al più presto".
Mons. Moronta: il governo permetta l’arrivo degli aiuti umanitari
“Facciamo appello a tutte le autorità perché ascoltino la voce del popolo, che sta chiedendo l’arrivo degli aiuti e la necessità di un cambiamento. Il Governo deve ascoltare questa voce, così come la stiamo ascoltando noi tutti e dev’essere data una risposta positiva”. Questo l’accorata richiesta in un messaggio audio all'Agenzia Sir, di mons. Mario del Valle Moronta Rodríguez, vescovo di San Cristóbal, il cui territorio si trova proprio al confine con la Colombia, nello Stato venezuelano del Táchira. Si tratta, perciò, della diocesi più immediatamente interessata all’arrivo degli aiuti internazionali che sono giunti in questi giorni al centro allestito in Colombia, nella città di Cúcuta, posta proprio alla frontiera con il Venezuela. Gli aiuti dovrebbero passare per il nuovo ponte internazionale di Tienditas, pronto da anni e mai inaugurato. Ma l’Esercito venezuelano ha posto sulla strada pesanti ostacoli, come container e rimorchi, per impedire l’arrivo degli aiuti, per ordine di Maduro che attacca ancora il Presidente Usa Trump, accusandolo di "funestare nobili iniziative di dialogo".
La Chiesa invita i leader del Paese ad ascoltare la voce del popolo
“Permettere l’arrivo degli aiuti umanitari non significa altro che permettere di fare un passo verso la tranquillità e la serenità”, spiega mons. Moronta, che in questi giorni si trova in Ecuador per un corso di esercizi spirituali e segue “con preoccupazione tutta la situazione che si sta vivendo nella regione”, e in particolare “quanto sta accadendo alla frontiera”. Il vescovo di San Cristóbal, confidando nel sollecito arrivo degli aiuti umanitari, rivolge un appello a tutto il popolo venezuelano, “a ogni persona di ogni condizione, perché collabori nella maniera che è possibile a ciascuno, a rafforzare questo meccanismo di aiuti che stiamo costruendo”. Mons. Moronta conferma quanto detto ieri in un messaggio ai sacerdoti, e cioè che “saranno la Caritas del Venezuela e Caritas delle singole diocesi a coordinare gli aiuti”. Questo passaggio “è un momento importante per andare avanti e rendere più forte l’aria nuova che il popolo, vero soggetto sociale, sta portando. Governo, istituzioni, Chiesa, tutte le realtà, lo ascoltino. La Chiesa è con il popolo e a fianco del popolo, ma abbiamo bisogno che i dirigenti politici, di Governo e di opposizione, ascoltino la sua voce e il suo desiderio di libertà e convivenza pacifica”.
Timori in Venezuela che la situazione possa precipitare
“C’è la paura che con le ultime misure del governo Usa la situazione possa peggiorare. Il rischio è che la benzina manchi del tutto. E poi ci sono già migliaia di persone che rovistano nella spazzatura in cerca di alimenti. Il governo cerca di supplire a questa mancanza dando dei pacchi di viveri alimentari, che però vengono rivenduti a prezzi maggiorati alla borsa nera”, dice l’imprenditore Alfredo D’Ambrosio, raggiunto per telefono a Caracas da Alessandro Guarasci di Radio Vaticana Italia
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui