Vescovi messicani ed Usa a Trump: costruire ponti, non muri
Il comunicato della Conferenza episcopale messicana (Cem), rilasciato al termine dell’incontro nazionale delle case del migrante, svoltosi a Città del Messico il 15 e 16 febbraio, riprende le espressioni di quello dei vescovi statunitensi: “Siamo profondamente preoccupati per le azioni del Presidente volte a finanziare la costruzione di un muro lungo la frontiera tra Stati Uniti e Messico, azioni che si contrappongono alla chiara intenzione del Congresso statunitense di limitare il finanziamento del muro. Noi ci opponiamo all’uso di questi fondi per promuovere la costruzione di questo muro. Un muro che, prima di tutto, è un simbolo di divisione e avversità tra due Paesi amici. Noi ci manteniamo fermi e decisi nella visione espressa da Papa Francesco, cioè che in questo momento abbiamo bisogno di costruire ponti e non muri”.
I firmatari della nota
La nota della Cem, ripresa dall'Agenzia Sir, è firmata dal presidente, mons. Rogelio Cabrera López, arcivescovo di Monterrey, dal segretario generale, mons. Alfredo Gerardo Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey, e dal referente Cem per la Mobilità umana, mons. José Guadalupe Torres Campos, vescovo di Ciudad Juárez.
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare
Nel frattempo, l’incontro delle case del migrante (sono 120 in tutto il Paese le strutture di accoglienza riconducibili alla Chiesa messicana) si è concluso con una nota finale, nella quale, si conferma l’impegno a proseguire nella strada indicata da papa Francesco e riassunta nei quattro verbi “accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Tra gli obiettivi concreti definiti nel corso dell’incontro, un maggiore coordinamento tra le varie diocesi e con le strutture di accoglienza, l’avvio di percorsi di formazione e sensibilizzazione, un’opera di prevenzione riguardo al fenomeno della tratta delle persone. (Agenzia Sir)
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