Ciclone Idai: decine di vittime in Mozambico, Malawi e Zimbabwe
Elvira Ragosta- Città del Vaticano
Considerato uno dei più potenti dell’Oceano indiano negli ultimi dieci anni, il ciclone Idai a partire da giovedì si è abbattuto sul Mozambico e il Malawi, prima di proseguire verso lo Zimbabwe. Inondazioni e forti venti, fino a 190 kilometri orari, si sono abbattuti sull’area, distruggendo case, strade e ponti. Il numero delle vittime, 150, sembra destinato ad aumentare, mentre sono migliaia i dispersi e tante le zone interne in cui è difficile portare i soccorsi. Secondo quanto annunciato dalla Croce Rossa, la zona di Beira, seconda città del Mozambico, è stata quasi completamente distrutta. Per il ministro dell’Ambiente, Celson Correia, si tratta della più grande catastrofe naturale che ha colpito il Paese.
Malawi: emergenza sanitaria e alimentare
Don Philippe Zongo, parroco a Blantyre, in Malawi, racconta che anche prima del ciclone nella zona colpita ci sono state delle alluvioni che hanno provocato molti danni materiali e soprattutto umani. “Molte persone sono rimaste senza casa – aggiunge don Philippe - perché la maggior parte della popolazione vive in zone rurali e molte case non sono costruite in modo adeguato. Alle vittime, poi, vanno aggiunti gli sfollati; c’è inoltre un problema sanitario e si aggiunge poi il problema della fame visto che gran parte della raccolta è andata distrutta”. La Comunità di Sant’Egidio si è attivata per portare aiuti alimentari e medicinali e aiutare nella ricostruzione nelle zone in cui è già possibile ricostruire con l’aiuto dei tanti giovani volontari e ha lanciato una raccolta fondi tramite il suo sito internet
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