Corridoi umanitari: giunti in Italia 50 profughi siriani
Marco Guerra – Città del Vaticano
Cinquanta profughi siriani sono arrivati questa mattina all’aeroporto di Fiumicino da Beirut, in Libano, grazie ai corridoi umanitari. Prosegue quindi con successo il lavoro svolto nell’ambito dei due protocolli d’intesa, siglati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Comunità di Sant’Egidio e Tavola Valdese con i Ministeri dell’Interno e degli Esteri dell’Italia.
Speranza e dignità
“Oggi la vostra vita ricomincia nella dignità e nella speranza per voi e per i vostri bellissimi figli”: con queste parole ha accolto i 50 siriani, Paolo Naso, coordinatore del programma rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hope (MH).
La proposta di corridoi con la Libia
“Come chiese evangeliche, insieme ai fratelli e alle sorelle di Sant’Egidio, saremo al vostro fianco nei prossimi mesi, ha detto ancora Naso . I corridoi umanitari funzionano, servono ai profughi ma anche all’Italia per mantenere alta la sua tradizione di paese che afferma e difende i diritti umani. Ancora oggi chiediamo un grande corridoio umanitario europeo dalla Libia, dove decine di migliaia di persone vivono in condizioni disumane in cosiddetti campi profughi”.
Profughi accolti in diverse località italiane
Del gruppo arrivato oggi, che vede la presenza di 14 minori, 24 persone saranno accolte dalle chiese protestanti a Genova, Padova, Bologna, Napoli e Scicli. I restanti 26 siriani saranno ospitati da associazioni, parrocchie e comunità in diverse regioni italiane e subito avviati in un percorso di integrazione attraverso l’apprendimento della lingua per gli adulti, la scuola per i minori e l’inserimento lavorativo e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, andranno ad aggiungersi agli altri oltre 1400 profughi che hanno raggiunto l’Italia tramite questi corridoi umanitari.
Coniugare solidarietà e sicurezza
Interamente autofinanziati dalle realtà che li hanno promossi e possibili grazie alla generosità e all’impegno volontario di tanti italiani, i corridoi rappresentano un modello efficace, che coniuga solidarietà e sicurezza, tanto che è già stato replicato in altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra, consentendo così l’arrivo in Europa, in modo legale e sicuro, di circa 2.500 persone dal febbraio 2016.
Il contributo dei buddhisti
Alla conferenza stampa che ha fatto seguito all’arrivo dei profughi, oltre a Paolo Naso, sono intervenuti Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Emanuela Del Re, viceministro degli Affari esteri, Donatella Candura, in rappresentanza del ministero dell’Interno, e Giorgio Raspa, presidente dell’Unione Buddhista Italiana, la cui significativa presenza rappresenta una novità in quanto l’Unione buddhista ha devoluto una importante somma del proprio otto per mille a sostegno dell’esperienza dei corridoi umanitari.
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