Guaidò rientra in Venezuela e lancia manifestazione per sabato
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto l’incarico di presidente ad interim, Juan Guaidò, è tornato in Venezuela dopo il tour regionale nei Paesi dell’America Latina, durato 10 giorni, durante il quale tra le altre cose ha partecipato al Vertice del Gruppo di Lima ed è stato a Brasilia e Buenos Aires.
Guaidò chiama mobilitazione per sabato
Guaidò è atterrato all’aeroporto di Caracas e si è subito recato nel quartiere di Las Mercedes, nel cuore della città, dove ha parlato davanti a diverse migliaia di suoi sostenitori, lanciando un appello per una grande mobilitazione popolare contro il governo di Maduro, che si terrà sabato prossimo.
Intensificata pressione su Maduro
"Sabato continuiamo! Tutto il Venezuela sarà per le strade. Non resteremo in silenzio per un minuto o anche solo per un secondo fino a quando non riacquisteremo la nostra libertà", ha detto l'uomo che si è proclamato presidente il 23 gennaio scorso. Guaidò ha detto che l'obiettivo del suo ritorno è quello di intensificare la pressione su Maduro a dimettersi, in modo da facilitare la transizione e preparare libere elezioni.
Gli Usa a sostegno di Guaidò
Nuove pressioni arrivano anche dagli Stati Uniti. Il vicepresidente Usa Mike Pence, poco prima del ritorno di Guaidò si era espresso così su twitter: "Il rientro sicuro di Juan Guaidò in Venezuela è della massima importanza per gli Usa. Qualsiasi minaccia, violenza o intimidazione contro di lui non sarà tollerata e avrà una risposta rapida".
Nessuna reazione dal governo
Sul rientro di Guadò non si registra ancora nessun commento da parte del governo. Nei giorni scorsi, Nicolas Maduro non aveva escluso l'ipotesi di arresto per Guaidò, reo di aver lasciato il Paese nonostante il divieto imposto dalla Corte Suprema venezuelana.
L’impegno delle Chiesa per la giustizia e la riconciliazione
La Chiesa Venezuelana continua a chiedere giustizia e riconciliazione. A San Cristóbal, la diocesi che si trova al confine con la Colombia, il vescovo mons. Mario Moronta ha guidato venerdì scorso una processione "di fede e speranza per la vita" lungo le strade della città, mentre la Rete Ecclesiale Panamazzonica (Repam) del Venezuela nei giorni scorsi ha denunciato l’aggressione contro la popolazione indigena Pemon da parte di alcuni gruppi filogovernativi.
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