Nicaragua: al Dialogo nazionale progressi solo nella forma
Marco Guerra – Città del vaticano
In Nicaragua si è concluso ieri il terzo giorno del dialogo governo-opposizione alla presenza dell'arcivescovo di Managua e presidente della Conferenza episcopale nicaraguense, il card. Leopoldo José Brenes, e del nunzio apostolico in Nicaragua, mons. Waldermar Stanislav Sommertag. Le trattative vedono la partecipazione del Governo, del cartello di opposizione Alleanza Civica, degli imprenditori (storici alleati di Ortega, dal quale si erano staccati lo scorso aprile) e della Chiesa cattolica come testimone.
Approvata tabella di marcia per i negoziati
Secondo quanto riporta la stampa locale, i lavori hanno registrato progressi solo nella forma e non nella sostanza. Si registra comunque l’approvazione di una tabella di marcia in nove punti che contiene le norme che regoleranno il negoziato, hanno spiegato le parti in una dichiarazione congiunta.
Elaborate regole per adottare decisioni
Il documento stabilisce che il buon funzionamento e i risultati dei negoziati dipenderanno in larga misura dall'elaborazione preliminare di regole chiare e definitive. Le parti hanno quindi concordato le modalità di adozione delle decisioni, gli orari delle riunioni, la politica di comunicazione e divulgazione, la natura degli accordi da raggiungere e gli aspetti logistici. È stato poi convenuto di continuare gli incontri la prossima settimana al fine di concludere i negoziati nel più breve tempo possibile, anche non se non sono stati indicati i tempi previsti per arrivare ad un accordo.
Movimenti sociali chiedono più trasparenza
Finora i membri seduti al tavolo del negoziato sono comparsi solo una volta davanti ai giornalisti assiepati fuori dalla sede del Central American Institute of Business Administration (Incae), a sud della capitale Managua, dove sono in corso le trattative. I rappresentanti della squadra negoziale del governo non hanno rilasciato dichiarazioni. Diversi movimenti sociali hanno chiesto, fino ad oggi senza successo, più “trasparenza” e “più informazioni”.
Rilasciate 100 persone arrestate
Ad ogni modo viene considerato un passo in avanti la liberazione di circa 100 persone arrestate dal governo, in seguito alle repressioni degli ultimi mesi, anche se in carcere restano oltre 600 prigionieri politici e ci si attende che il problema sia affrontato nei negoziati così come il divieto alle libere manifestazioni.
L’Ue: primo passo positivo
Intanto, tramite un comunicato diffuso ieri da Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto Rappresentante Ue per la Politica estera, l’Unione Europea fa sapere che ritiene che "gli ultimi avvenimenti in Nicaragua sono un primo passo positivo per superare la attuale crisi politica attraverso una soluzione negoziata". Speriamo, si legge ancora nella nota, che "tutti i prigionieri detenuti illegalmente siano liberati. Per essi debbono essere rispettati il dovuto processo e le altre garanzie legali consacrate nella Costituzione".
Ue chiede il ritorno degli organismi internazionali
L’Ue auspica anche che "il governo ristabilisca la cooperazione con organizzazioni internazionali quali la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ed i suoi organismi, e permetta il ritorno dell'Ufficio dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Ohchr)”.
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