Nicaragua: ripresi i negoziati tra governo e opposizione
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il governo del Nicaragua e l'opposizione riunita sotto l'Alleanza civica per la giustizia e la democrazia giovedì hanno ripreso i negoziati, dopo che l’esecutivo ha concesso la liberazione, prevista oggi, di un “gruppo consistente” di prigionieri arrestati durante le ultime manifestazioni. All’incontro hanno partecipato come testimoni anche il nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag e l'inviato speciale della Segreteria Generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), Luis Angel Rosadilla. Per la ripresa del dialogo nazionale l’Alleanza Civica chiedeva anche la fine della repressione degli oppositori.
Colloqui ripresi
Le trattative, che si stanno svolgendo presso la sede dell'Istituto centroamericano di amministrazione aziendale (Incae), a sud di Managua, erano state abbandonate dall’opposizione domenica scorsa, dopo otto sessioni di colloqui senza aver raggiunto alcun accordo su questioni sostanziali relative alla giustizia e alla democrazia.
Calendario per la liberazione dei detenuti politici
Il negoziatore capo dell'opposizione, Carlos Tünnermann, ha detto ai giornalisti che le parti discuteranno un calendario per la graduale liberazione degli arrestati per aver manifestato contro il presidente Ortega. Tünnermann, ex ambasciatore nicaraguense negli Stati Uniti, ha ribadito che la liberazione di tutti i "prigionieri politici" è la priorità dell'Alleanza. Ai negoziati erano però assenti le rappresentanze degli studenti che nei mesi scorsi hanno partecipato alle dimostrazioni antigovernative.
Il Parlamento Ue chiede sanzioni
La ripresa dei negoziati ha avuto luogo lo stesso giorno in cui il Parlamento europeo (PE) ha chiesto sanzioni contro il governo di Ortega e i responsabili delle violazioni dei diritti umani "fino alla cessazione della repressione". In particolare, i deputati hanno chiesto il rilascio di "tutti i prigionieri politici" e lo svolgimento di "elezioni libere, eque e trasparenti nel prossimo futuro". Il Parlamento europeo ha chiesto sanzioni specifiche e individuali, come il divieto di rilascio dei visti e il congelamento dei beni, contro i responsabili di violazioni dei diritti umani.
Oltre 300 morti dall’inizio della crisi
Il Nicaragua è in corso una crisi politica che ha causato 325 morti dall'aprile dello scorso anno, secondo la Commissione Interamericana per i Diritti Umani (IACHR); altri alcuni gruppi umanitari locali riferiscono di oltre 560 morti mentre l'esecutivo ne riconosce solo 199 e denuncia un tentativo di colpo di Stato.
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