Sexting e Cyberbullismo, giovani sempre più esposti ai pericoli del web
Marco Guerra – Città del Vaticano
Ogni giorno assistiamo ad episodi di cronaca che vedono ragazzi ed adulti vittime di cyberbullismo e protagonisti di immagini intime che vengono diffuse e scambiate sul web a loro insaputa. La diffusione di contenuti di natura sessuale può essere anche volontaria, si tratta del fenomeno del sexting che può avere risvolti gravissimi sulla vita delle persone, perché foto e video possono avere una diffusione virale su internet dopo che sono stati condivisi con una cerchia di amici.
I danni psicologici
Particolamente esposti sono quegli adolescenti che fanno uso spasmodico e improprio delle nuove tecnologie. Le vittime del sexting e del cyberbullismo possono subire gravi danni sul piano psicologico, con stati depressivi, d’isturbi d’ansia, danni alla propria autostima e isolamento.
Oltre due ragazzi su 10 hanno fatto sexting
Da un'indagine di Telefono Azzurro emerge che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting e una recente ricerca effettuata da Skuola.net rivela che oltre 2 adolescenti su 10 – il 24% del campione - hanno sperimentato almeno una volta lo scambio di materiale intimo via chat o social network. Uno studio del Moige sulle dipendenze mostra poi che almeno la metà dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha visto almeno una volta materiale pornografico.
Ddl contro i cyber ricatti
Intanto al Parlamento italiano sono state presentate ben quattro proposte di legge tese a perseguire chi ricatta, minaccia, o pensa di vendicarsi diffondendo immagini intime di altre persone. Uno di questi ddl è già all’esame della commissione Giustizia del Senato, l’iter è partito nei giorni scorsi e sarà stabilito un fitto calendario di audizioni.
Morra: affrontare questi temi con i figli
La sfida della protezione dei bambini e dei ragazzi dai pericoli di internet (pornografia, sexting e cyberbullismo) viene affrontata nel libro Pornolescenza di Antonio Morra, che partendo dalla sua esperienza di ex dipendente fornisce informazioni e utili consigli pratici a genitori ed educatori per dialogare con i giovani senza timore.
In un’intervista a VaticanNews, Morra ha parlato dei rischi che comporta l’uso incosapevole delle nuove tecnologie e della valorizzazione di una dimenzione etica dell’uso del web:
R. - Purtroppo, la cronaca è pienissima di esempi di tragedie. Ricordiamo quella di Tiziana Canton, i suoi video sono diventati virali al punto che lei ha dovuto cambiare nome, città … Ma niente: ancora oggi la polizia postale sta combattendo con quei video che sono ancora disponibili online. Quindi, è diventata veramente una cosa tremenda, terribile che fa sì che storie come quella di Tiziana siano presenti nelle cronache di ogni giorno, con persone che scivolano nella depressione o tentano il suicidio, vivono con attacchi di panico continui … Quindi, sì, sta diventando una vera e propria epidemia, questo fenomeno del sexting.
Video e foto intimi, una volta che finiscono nel mare magnum del web, è impossibile eliminarli; forse ci vuole una vera e propria educazione digitale per le nuove generazioni…
R. – Certamente. Io penso che dovrebbe essere una materia, o almeno le scuole dovrebbero fare in modo di far entrare di più le associazioni che lavorano in questo campo a fare degli incontri su questi temi. Noi, nel nostro piccolo, stiamo facendo una conferenza che si chiama “Love Challenge”, cioè “la sfida dell’amore” dove cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi proprio su questi temi, cioè che internet non dimentica: una volta che tu premi invio, che invii quell’immagine o quel video, diventano di possesso di un’altra persona e se va nelle mani sbagliate può diventare una catastrofe. Le basti pensare che in Italia quasi il 30 per cento degli adolescenti fa sexting, ma la statistica ancora più pericolosa è che il 50 per cento di chi riceve queste immagini le gira a un’altra persona. E infatti, lo slogan che usiamo è “non mettere la tua vita nelle mani sbagliate”, perché un invio, un attimo di non lucidità può diventare una vera e propria catastrofe. Immagini che fanno veramente il giro del mondo in pochissime ore. Quindi sì, viva l’educazione, viva l’insegnamento fatto bene e rendere più sensibili i ragazzi a queste tematiche conoscendo il principio fondamentale di internet, per cui una cosa che entra non esce più.
Questo fenomeno si lega a vere e proprie forme di dipendenza dal web, in particolare dalla pornografia. Ci sono percorsi per uscirne?
R. – Sì, la pornografia è quella che spinge moltissimo il sexting, perché oggi si parla moltissimo del fattore “C” del porno, cioè della comunicazione; quindi, il porno 3.0 dove non solo tu vai online per guardare, ma adesso cerchi persone che diventino la tua pornografia o tu diventi la tua pornografia per un’altra persona, tramite uno scambio con il cellulare, videocamera, web, chat eccetera. Sì, la pornografia io personalmente l’ho combattuta per 10 anni: diventa una vera e propria dipendenza. Alcuni studiosi la chiamano la nuova droga, la droga del XXI secolo; e purtroppo ha gli stessi o simili processi che si verificano con le droghe che più conosciamo, come l’eroina, l’alcol ecc... : ci sono gli stessi effetti neurali che possono portare una persona a isolarsi, a rimanere sola …
Nel tuo libro “Pornolescenza” offri consigli molto pratici per riprendere in mano anche la responsabilità educativa genitoriale e riportarla al centro della famiglia…
R. – Sì: i consigli possono essere tanti; ma quello che mi sento di rimarcare è l’importanza del dialogo; l’importanza del genitore di avere un dialogo aperto anche su queste tematiche; non avere paura di usare la parola sexting, di cercare di capire questi fenomeni e di chiedere anche ai figli cosa ne pensano, cosa è successo, se lo hanno visto … Quindi: avere un dialogo aperto e iniziare anche un po’ prima di quello che si pensa. Basti immaginare che in Italia si guarda pornografia per la prima volta già a 10-11 anni. Immagino che siano pochissime le famiglie che già a quell’età aprono il discorso “sessualità” in famiglia; ma dobbiamo farlo per forza, perché altrimenti i nostri figli non avranno una sufficiente mente critica per rifiutare certe cose.
Forse bisogna anche riscoprire una dimensione etica dell’uso del web; parole come pudore, misura, prudenza devono tornare al centro del dibattito come il rispetto del proprio corpo, il rispetto integrale della persona umana …
R. – Assolutamente. Io sono anche una persona di fede, quindi credo moltissimo nell’etica, nella morale e credo tantissimo che i genitori possano affrontare e mettere sul tavolo queste discussioni, questi dialoghi con i propri figli. Non dobbiamo essere sempre i loro avvocati e difenderli in tutto e per tutto: possiamo anche cercare di spingerli in una direzione dove ci sia il rispetto per l’altra persona, il rispetto per la propria persona, del proprio corpo … la bellezza, la vera bellezza, non solo quello che oggi è l’apparenza tramite le app come instagram, facebook: è tutto un gioco di apparenze, di modifica, di filtri … Ma anche riscoprire la bellezza interna, la bellezza di un profondità mentale, non solo una bellezza o un’attrazione fisica che per lo più vivono i ragazzi, oggi.
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