Siria: cade l'ultima roccaforte dell'Is a Baghuz

Le forze di liberazione curdo-siriane, con la conquista della città di Baghuz, hanno annunciato l’eliminazione totale del sedicente Stato Islamico, mettendo fine a cinque anni di guerra in Siria e Iraq

Giordano Contu – Città del Vaticano

Le milizie filostatunitensi a guida curda in Siria hanno annunciato la liberazione di Baghuz dallo Stato Islamico. La città, situata nell’est del Paese, era l’ultima roccaforte rimasta in mano agli estremisti. Esultano di gioia le forze siriane democratiche (Fds), le truppe che combattono gli uomini del califfato da cinque anni. In un tweet il loro portavoce, Mustafa Bali, ha annunciato la sconfitta al 100% dello Stato Islamico sul territorio.

La presa di Baghuz

Oggi a Baghuz sventolano le bandiere gialle issate dalle truppe di liberazione per celebrare la vittoria. “E’ un piccolo, ma importante passo”, spiega Andrea Ungari, docente di storia e teoria dei movimenti politici all’Università Luiss ed esperto dell’area. “E’ chiaro che tutto dipende non solo dalla sconfitta dello Stato Islamico, ma anche dai principali interlocutori: Stati Uniti, Russia, Turchia e Israele”. L’auspico è che questi ultimi, siedano a un tavolo di pace con l’obiettivo di stabilizzare tutta l’area mediorientale. Intanto sono iniziati i festeggiamenti ufficiali nella base militare curdo-americana di al-Omar, nella regione di Dayr az Zor.

Cosa resta dell’Is

Rimane sconosciuta la sorte dei leader militari dell'Is. In un video pubblicato poco prima della sconfitta di Baghuz, l’Is era tornato a minacciare l’Occidente. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha chiesto di far luce sul massacro di oltre 200 jihadisti e dei loro familiari. Altri miliziani dello Stato Islamico, invece, sono riusciti a fuggire nelle grotte delle vicine colline intorno alla città. “E’ probabile che ci sia la necessità di un ulteriore sforzo delle truppe della coalizione”, aggiunge Ungari, “per sconfiggere i guerriglieri che potrebbero aver passato il confine in Iraq e quindi ritentare un’operazione in Siria”.


 

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23 marzo 2019, 14:09