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Il confine tra Venezuela e Brasile nei pressi della Città di Santa Elena dove si sono verificate le violenze Il confine tra Venezuela e Brasile nei pressi della Città di Santa Elena dove si sono verificate le violenze  

Venezuela. Rete Ecclesiale Panamazzonica: attaccati indigeni Pemon

In una nota la Repam riferisce delle violenze perpetrate dai gruppi irregolari contro la popolazione indigena Pemon e chiede il rispetto dei loro diritti. Intanto la comunità internazionale resta divisa sulla crisi politica in Venezuela, dopo il veto di Cina e Russia sulla risoluzione Onu che chiedeva nuova elezioni

Marco Guerra – Città del Vaticano

La Rete Ecclesiale Panamazzonica (Repam) del Venezuela denuncia l’aggressione contro la popolazione indigena Pemon ed esprime “dolore, angoscia e indignazione” di fronte alla tensione che si è innescata dallo scorso 23 febbraio nella città di Santa Elena de Uairén, vicina al confine con il Brasile, a seguito dei tentativi di far entrare gli aiuti umanitari provenienti dall’estero.

A Santa Elena terrore portato dai gruppi irregolari

In un comunicato la Repam riporta anche le fonti locali che riferiscono di 4 morti e 26 feriti, alcuni dei quali sono stati evacuali dall’ospedale della città a causa delle carenze della struttura, e di un numero indeterminato di arresti e persone scomparse. Nella nota si denuncia anche l’arrivo di un gran numero di persone arrivate dalle aree urbane dello Stato di Bolívar, “molte delle quali non hanno nulla a che fare con le Fanb (Forze armate nazionali), che stanno generando terrore tra la popolazione”. Nei giorni scorsi i media internazionali hanno riferito infatti di gruppi irregolari filo-governativi che avrebbero sparato sui manifestanti.

Fermare l’aggressione e riconoscere diritti degli indigeni

“Risulta scioccante l'accanimento che stanno dimostrando con gli abitanti di questa regione, così permanentemente abbandonata ma allo stesso tempo così ambita per le sue risorse naturali”, si legge ancora nel comunicato. La Repam chiede quindi che “l’aggressione venga fermata” e ricorda che le popolazioni indigene che ancestralmente vivono in questa regione “da decenni chiedono il riconoscimento formale della proprietà della comunità e la demarcazione delle loro terre e territori, diritto formalmente riconosciuto dalla Costituzione del 1999”.

Propiziare la riconciliazione

“Alziamo la nostra voce, insieme a tanti venezuelani per denunciare questa situazione – si legge ancora nel comunicato -, assumere un atteggiamento critico nei confronti della gestione della situazione da parte delle autorità, chiedere il rispetto dei diritti di questi popoli indigeni e aprire gli occhi davanti alla terribile realtà sociale in cui versa la grande maggioranza della popolazione del Venezuela”. Infine la Repam esorta i “responsabili di questa situazione inaccettabile” a fermare il loro atteggiamento di violenza e intransigenza e “tutti i venezuelani di qualsiasi cultura e condizione a propiziare l’incontro e la riconciliazione”.

Germania critica Cina e Russia per blocco risoluzione Onu

Intanto anche nella comunità internazionale restano forti divisioni sulla la crisi politica in Venezuela. Oggi il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha criticato la Cina e la Russia per aver bloccato la risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza per chiedere elezioni presidenziali "libere, eque ed affidabili" in Venezuela con la presenza di osservatori internazionale. La maggioranza del Consiglio Onu, vale dire 9 dei 15 membri, “si sono pronunciati a favore della proposta che è quello che noi, come Unione Europea, chiediamo da tempo", ha inoltre evidenziato il capo della diplomazia della Germania.

Governo attacca gli Usa per nuove sanzioni contro i militari

Dal canto suo il governo del Venezuela attacca gli Stati Uniti per le nuove sanzioni annunciate da Washington contro i vertici militari che hanno impedito l'ingresso degli aiuti umanitari da Caracas. In una nota, il ministero degli Esteri sottolinea come la mossa rientri "nella fallimentare strategia di Washington di propiziare e provocare una sollevazione contro il governo costituzionale del presidente costituzionale Nicolas Maduro".

Guaidò incontra i leader regionali

Infine prosegue il tour regionale intrapreso dal presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto l’incarico di presidente ad interim, Juan Guaidò. Domenica, Guaidò sarà a Lima dove dovrebbe incontrare il Presidente peruviano Martin Vizcarra. Uscito dal Venezuela la settimana scorsa, Guaidò ha già incontrato il Presidente colombiano Ivan Duque, vari leader regionali e il vice-Presidente americano Mike Pence a Bogotà, in occasione di una riunione del Gruppo di Lima, prima di proseguire giovedì verso Brasilia, dove si è incontrato con Jair Bolsonaro.

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02 marzo 2019, 14:26