La Globalizzazione al centro del Festival dell’Economia 2019
Marina Tomarro -Città del Vaticano
Oltre cento eventi, tra letture, dialoghi, proiezioni cinematografiche, dibattiti a partire dai libri pubblicati negli ultimi mesi, per raccontare al grande pubblico e non solo agli esperti cosa vuol dire la Globalizzazione, intesa come riduzione delle distanze tra i vari Paesi e una maggiore circolazione sia dei beni che delle persone. Sarà incentrato su “Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza” il Festival dell’Economia 2019 che avrà luogo dal prossimo 30 maggio fino al 2 giugno a Trento. Il tradizionale appuntamento progettato dagli Editori Laterza e presentato questa mattina a Roma, è promosso dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune e dall’Università degli studi di Trento.
Globalizzazione come riduzione delle differenze
“Globalizzazione – ha spiegato Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia - vuol dire integrazione dei mercati, soprattutto dei beni e dei capitali, con aumento delle pressioni competitive e riduzione delle differenze di prezzo. Negli ultimi anni in molti Paesi si è assistito all’affermazione di partiti che contrappongono il popolo all’élite e che invocano il protezionismo e il ripristino della sovranità nazionale. L’ideologia è relativamente semplice: c’è un popolo inteso come un blocco omogeneo cui si contrappone un’èlite altrettanto omogenea nell’essere corrotta e lontana dai problemi dei cittadini. In mezzo a queste due entità non c’è spazio per corpi intermedi”.
Il programma del Festival
Tantissimi gli appuntamenti e gli ospiti che si alterneranno nelle giornate del Festival. Per la prima volta il prossimo 23 maggio, presso l’Associazione della Stampa Estera di Roma, ci sarà un’anteprima dell’evento, dove saranno presentati i risultati di una ricerca per capire quanto possono essere differenti le opinioni degli europei su questioni di interesse comune, fornendo così informazioni per interpretare il voto europeo della domenica successiva. Il 30 maggio, alle 16.30, l’apertura ufficiale del Festival a Trento con la lecture del professor James Robinson, dell’Università di Chicago, che, introdotto da Tito Boeri, risponderà alla domanda: "Cosa si può fare del populismo?". La sera del 31 sarà dedicata ad Antonio Megalizi, il giovane giornalista trentino rimasto vittima di un attentato terroristico a Strasburgo lo scorso dicembre. “Questo incontro – ha sottolineato il Rettore dell’Università di Trento Paolo Collini – lo abbiamo fortemente voluto per raccontare ai nostri studenti, ciò che ad Antonio stava tanto a cuore: cioè un'Europa non solo burocratica, ma vicina alla vita delle persone e piena di opportunità”. Tra i numerosi relatori di spicco internazionale presenti alla manifetazione, molto atteso l’intervento di John Bercow, speaker della Camera dei Comuni inglese.
Un Festival per tutti
“Il Festival – ha evidenziato il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti – si rivolge ad un pubblico eterogeneo sin dalla sua origine, e questa edizione si presta a rendere la manifestazione “popolare” nel senso più alto e nobile del termine. La globalizzazione, che - secondo alcuni - ci doveva portare più benessere e facilitare il lavoro, ha anche portato ad un distacco della elite dal popolo che ha pagato alcune conseguenze di questo sviluppo". L'editore Giuseppe Laterza, progettatore dell’evento, ha aggiunto che a Trento “si parlerà di politica, ma non sarà il festival della politica".
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