Incontro Kim Jong-un-Putin: sale l’attesa per il summit
Chiara Capuani – Città del Vaticano
Non è la prima volta che un leader della Corea del Nord va in Russia: Kim Jong-il, padre di Kim Jong-un, aveva visitato Vladivostok già nel 2002 durante uno dei suoi pochi viaggi all’estero e nel 2011 era tornato in territorio russo mentre attraversava la Siberia. Questo incontro però, costituisce un unicum decisamente rilevante. Per prima cosa arriva a meno di due mesi dal fallimento ad Hanoi dei negoziati tra Corea del Nord e Stati Uniti; inoltre Pyongyang ha chiesto agli Usa di non avere più come mediatore il Segretario di Stato Mike Pompeo e le trattative per la de-nuclearizzazione sono ad un punto morto.
Il faccia a faccia
L’incontro avrà luogo giovedì mattina presso l’Università federale dell’Estremo Oriente che ha sede a Vladivostok. La città portuale sulla costa pacifica della Russia ha una posizione strategica, trovandosi ad un centinaio di chilometri dal confine con la Corea del Nord. Secondo Fulvio Scaglione, ex corrispondente da Mosca esperto di esteri e tematiche legate al Medio Oriente, lo storico incontro potrebbe essere un’opportunità per entrambi i Paesi. “Il leader nordcoreano cerca un’apertura internazionale, vorrebbe sfuggire all’isolamento dovuto ad una politica di rafforzamento militare e alle sanzioni economiche che ne sono derivate. Anche Putin credo cerchi qualcosa da Kim: una replica di quanto gli riuscì con il programma nucleare dell’Iran, assumere cioè un ruolo di mediatore che gli consenta di spendere una parola decisiva in una situazione complicata e tesa come quella della penisola coreana”.
Il fallimento dei negoziati con gli USA
“Nessuno dei due leader voleva fare la prima vera concessione”, prosegue Scaglione. “Trump chiedeva l’avvio al processo di denuclearizzazione e solo in un secondo momento la riduzione delle sanzioni. Inutile dire che Kim, invece, chiedeva esattamente l’opposto”.
I rapporti con la Cina
Sia Corea del Nord che Russia, naturalmente in termini diversi, hanno un rapporto stretto con la Cina, che è il convitato di pietra di questo incontro. Da tempo Mosca si è dimostrata disponibile sia a supportare la Cina nel ruolo di mediazione con Trump, sia, soprattutto, promettendo aiuti e sostegno in caso di possibili aperture da parte di Kim Jong-un a investimenti stranieri.
Il sogno della riunificazione delle due Coree
“Le maggiori speranze” afferma Scaglione, “risiedono in Moon Jae-in, presidente della Corea del Sud. L’uomo si è rivelato un politico di impronta pacifista e ha instaurato un dialogo costruttivo con la Corea del Nord. Resta comunque importantissimo l’apporto delle grandi potenze internazionali, - conclude Scaglione – soprattutto Cina e Usa e ora anche la Russia, che giocano un ruolo fondamentale nel processo di riunificazione”.
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