Migranti: continua dibattito in Europa per il ricollocamento
Chiara Capuani – Città del Vaticano
I libici in fuga dal conflitto civile approdano in Italia. Ieri un barcone con settanta persone è stato intercettato in tarda mattinata nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia. A bordo c’era un gruppo di migranti, quasi tutti uomini, formato da 53 tunisini e 17 libici. Il ministro dell’Interno Salvini ha ribadito che in Italia si entra “rispettando le regole” e che il Governo è già al lavoro “affinché i clandestini arrivati a Lampedusa vengano rispediti a casa loro nelle prossime ore”.
Il dibattito tra i Paesi dell’Ue
“Non è accettabile che L’Unione Europea che conta 500 milioni di abitanti faccia la voce grossa per 70 persone”. Commenta così la situazione degli sbarchi Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ai microfoni di Radio Vaticana Italia. “E’ difficile stabilire come evolverà la situazione. Per quanto riguarda lo sbarco di ieri a Lampedusa è improbabile che i migranti provenienti dalla Libia – aggiunge - vengano fatti rimpatriare, soprattutto adesso che lo Stato del Nordafrica non può essere più considerato un porto sicuro”. Sulla nave della ong Sea Eye 2, nel Mediterraneo ormai da dieci giorni con a bordo 62 persone, Ripamonti mostra invece un cauto ottimismo: “Credo che nelle prossime ore si troverà un accordo – dice – tra i governi di Italia e Malta”.
Il “caso” Alan Kurdi
Dopo le rassicurazioni giunte nella tarda serata di ieri dall’ambasciatore di Malta in Italia, Vanessa Frazier, la Francia oggi si è detta pronta ad accogliere una parte dei migranti a bordo della nave Alan Kurdi. In Germania, 211 parlamentari di tutte le fazioni democratiche, hanno firmato il cosiddetto “appello di Pasqua” per il salvataggio in mare, ha reso noto con un tweet la Sea Eye. Si tratta di una richiesta che vede al centro la tutela dei diritti umani di qualunque persona, dunque anche di chi lascia il suo Paese come rifugiato politico o semplice migrante. Tra i punti fondamentali, anche la richiesta di una equa redistribuzione di queste persone tra i vari paesi europei e la possibilità di presentare, in base alla normativa vigente, richiesta d'asilo.
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