Un futuro sempre più green, tecnologico, e digitale
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Uno sguardo nel futuro, per capire come ci muoveremo, in che modo comunicheremo, quale sarà il turismo culturale, come si trasformeranno le città, i prodotti e i servizi di cui usufruiremo nell’era digitale che è già iniziata. Ha voluto raccontare tutto ciò, attraverso incontri e conferenze l’evento di Esri Italia, che si è concluso oggi a Roma, sul tema “The scienze of where”, dove si è voluto immaginare la trasformazione digitale in ambiti strategici per l’economia e la pianificazione del territorio. Tante le novità presentate, dalle start up più innovative, come quelle dove l’agricoltura diventa ragionata attraverso sofisticati modelli di tecnologie innovative e green che aiutano a rispettare il territorio e a ridurre le emissioni di anidrite carbonica, ad un nuovo modo di concepire la mobilità, attraverso automobili e treni sempre più veloci e ecologici e perciò competitivi con gli aerei, che invece rappresentano una delle cause più inquinanti dell’atmosfera.
Una mobilità sempre più smart ed ecologica
“La mobilità oggi consuma il 25% dell’energia utilizzata del pianeta – ha spiegato Renato Mazzoncini, docente al Politecnico di Milano – e quindi è causa di forti emissioni di CO2. La sfida è quella di garantire una mobilità sostenibile per il futuro, che vuol dire elettrificare e poter disporre di energia pulita. Il nostro compito è rivolto alla mobilità terrestre e ci si aspetta che nel 2050 tutte le auto diventino elettriche”. Cambia anche il modo di concepire l’automobile come bene personale. “I nostri giovani – ha continuato il docente – sono nell’epoca della sharing economy, ormai ci sono piattaforme che permettono di usare le risorse in maniera più efficiente, attraverso una possibilità di fruire di tutti i nuovi provider di mobilità che possono vincere la sfida contro il vero nemico dell’ambiente che è l’automobile privata a combustibile fossile”. E uno sguardo va verso la COP 25 che si svolgerà il prossimo novembre in Cile. “Sarà un momento importantissimo di confronto, - ha sottolineato Mazzoncini - soprattutto viste le nuove posizioni assunte da Paesi come l’America. Credo che sia interesse di tutti fare qualcosa di concreto e dare così il proprio contributo, per evitare che si arrivi a conseguenze disastrose per il pianeta”
Un nuovo modo di comunicare: il Mobile Journalism
Ma in un mondo sempre più smart ed ecologico cambia anche il modo di fare comunicazione. Oggi infatti diventa possibile girare filmati e raccontare storie attraverso l’uso di un semplice smartphone, che va a sostituire la telecamera tradizionale. “Avere la possibilità di utilizzare un dispositivo così piccolo, eppure con una qualità di immagini alta, ha moltissimi vantaggi – ha spiegato Valentina Corona, dell’Associazione Nazionale dei video makers italiani, nell’incontro organizzato nell’ambito dell’evento Esri dall’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus – sia per la rapidità che nella gestione del nostro lavoro. Io spesso riprendo e faccio montaggio dal mio smartphone, e questo aiuta molto e permette di raccontare quasi in tempo reale la notizia”. Questo nuovo approccio diventa anche un modo più umano di fare giornalismo. “Spesso mi accorgo – ha continuato Valentina - che le telecamere o i microfoni spaventano le persone. Fare un’intervista con lo smartphone, rende invece più semplice l’approccio con l’intervistato. Forse perché è un oggetto familiare che ormai usiamo tutti quotidianamente”.
La sfida del giornalismo ambientale
Il contributo di tutte queste nuove tecnologie ha ridefinito anche l’idea stessa del giornalismo, nell’epoca della grande sfida mondiale sui temi ambientali. “Custodire la casa comune è un grande impegno per tutti – ha ribadito Alfonso Cauteruccio presidente di Greenacccord Onlus – in particolare i giornalisti sono chiamati a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche. Le nuove tecnologie li aiutano a diffondere un’informazione sempre più efficace e di qualità. Ma deve crescere anche la responsabilità personale per cui tutti siamo chiamati a impegnarci su tutto ciò, perché ogni piccola goccia serve e aiuta a salvaguardare il creato per lasciarlo a chi verrà dopo di noi in uno stato non problematico.”
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