Mozambico: si allarga l’epidemia di colera
Matteo Petri – Città del Vaticano
Non si placa l’emergenza in Africa sud-orientale dopo la devastazione causata dal ciclone Idai. Il ciclone ha attraversato Mozambico, Zimbabwe, Malawi. Le acque stagnanti dopo il passaggio del ciclone stanno causando un’ingente epidemia di colera. La provincia più colpita è quella di Sofala, in Mozambico, solo qui dalla scorsa settimana si sono registrati 17 decessi in più dovuti all’epidemia.
Il Mozambico è il Paese più colpito
Il Mozambico è il Paese che ha ricevuto più danni dal passaggio del ciclone Idai. Dei 273 casi di colera registrati, 271 sarebbero nella sola città di Beira, distrutta per il 90 percento da Idai, che è il vero epicentro dell’epidemia. Qui il ciclone è arrivato il 14 marzo scorso dal Malawi, prima di spostarsi due giorni dopo in Zimbabwe. A Beira in molti rioni le persone sono costrette a vivere nell’acqua putrida e molti non hanno un tetto per cui sono esposti alla pioggia e alle intemperie atmosferiche.
Le testimonianze
“I morti nel solo Mozambico, che è la nazione più colpita, sarebbero circa 500 – ha dichiarato all’Agenzia Fides Claudio Zuccala da anni missionario in questo Paese - mentre 110mila persone sfollate sarebbero state accolte da alcuni centri di aiuto”. “Si temono epidemie di colera e tifo – ha continuato il missionario – si registrano già in forte aumento i casi di malaria mentre forme acute di diarrea e di dolori intestinali sono già all’ordine del giorno”. Secondo l’Istituto nazionale mozambicano di gestione delle calamità (Ingc) che oggi ha registrato 17 nuovi decessi, sarebbero state colpite circa 843mila persone residenti nelle province di Sofala, Manica, Zambézia e Tete. Stando alle parole di Ussene Isse, presidente dell’Istituto nazionale dell’assistenza medica nazionale, ci sarebbero altre due importanti infezioni coleriche in corso nel distretto di Nhamatanda. Per l’Onu sono stati colpiti dal ciclone Idai circa un milione e mezzo di africani. Ancora provvisorie però le stime, una cifra esatta dei danni si avrà probabilmente solo quando l’acqua si sarà completamente prosciugata.
Danni anche in Malawi e Zimbabwe
Numerose perdite anche in Malawi e Zimbabwe. In Malawi, secondo l’Onu, la tempesta tropicale ha causato 58 morti mentre in Zimbabwe il bilancio sarebbe ben più grave, 181 decessi.
L’emergenza è ancora in corso
Nelle zone colpite ci sarebbero gravi mancanze di acqua potabile e di tutti quegli strumenti e prodotti necessari alla sua depurazione, da ciò sarebbe dipeso anche l’aggravarsi dell’epidemia. La Chiesa cattolica ha lanciato in vari Paesi campagne per facilitare la donazione e la consegna di beni di prima necessità. Anche grazie a questo aiuto lunedì prossimo dovrebbero arrivare in Mozambico 800mila dosi-vaccino per contrastare la diffusione del batterio. Le migliaia di donne incinte che vivono in queste regioni sono chiaramente il gruppo più vulnerabile e a rischio in questo momento.
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