Lo Sri Lanka piange le vittime della strage di Pasqua
Roberto Piermarini -Città del Vaticano
Il bilancio delle vittime degli attacchi di Pasqua in Sri Lanka contro tre chiese e tre hotel di Colombo, sale a 359 morti. A renderlo noto è la polizia, aggiungendo che altri 18 sospetti sono stati arrestati nella notte, facendo salire così a 58 le persone detenute perché collegate con gli attentati.
Il governo dello Sri Lanka non crede alla rivendicazione dell’Is
Ieri, nella Giornata di lutto nazionale il sedicente Stato islamico (Is) ha rivendicato la responsabilità degli attentati, ma il governo di Colombo afferma che le bombe sono una “rappresaglia per la strage alla moschea di Christchurch in Nuova Zelanda”. Secondo le autorità, la rivendicazione da parte dei militanti del Califfato va presa con estrema cautela perché a darne notizia è Amaq, l’organo ufficiale di stampa dell’Is, che però non porta alcuna prova a sostegno della dichiarazione. Il governo ritiene che la responsabilità sia da attribuire a due gruppi islamici locali: il National Thowheed Jamath (Ntj) e il Jamaat-ul-Mujahideen, che però avrebbero agito col sostegno di forze straniere. Nel frattempo le autorità hanno prolungato il coprifuoco dalle 21 di ieri sera alle 4 di oggi.
La morte di molti bambini: una vera e propria “strage degli innocenti”
Diciotto mesi appena. Tanti ne aveva la più giovane delle vittime dell'insensata furia terrorista che nella domenica di Pasqua, nello Sri Lanka. Tra di loro, ci sono almeno 45 bambini, come ha messo in evidenza l'Unicef, al punto che in molti ora parlano di "strage degli innocenti". Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, con una atroce contabilità – riferisce l’Ansa - ha indicato che ben 27 bambini sono morti e altri 10 sono stati feriti per l'esplosione nella chiesa di San Sebastiano a Katuwapitiya, a Negombo. A Batticaloa ne sono morti 13, mentre altri 15, tra i 7 e i 16 anni, stanno ricevendo cure in ospedale. Ci sono poi cinque bambini di nazionalità straniera tra i morti, e 20 ricoverati in ospedale, a Colombo. Frattanto, dietro questi numeri, si vanno a poco a poco a schiudendo le storie di molti di loro. Tra i fedeli nella chiesa di Sant'Antonio, a Colombo, c'era anche K. Pirathap, un tassista, che con sua moglie e le loro due bimbe aveva un motivo in più per celebrare: aveva acquistato un'auto nuova. All'inizio erano dati per dispersi. Poi il loro zio è stato chiamato a vedere se tra i 40 cadaveri delle persone uccise nella chiesa ci fossero anche i loro. Li ha trovati lì. E c'è poi l'assurda fine della famiglia di uno dei terroristi, Insan Seelawan. Quando la polizia, martedì, si è presentata alla sua abitazione a Dematagoda, sua moglie, che era in casa con i loro due figli, ha fatto esplodere una bomba.
Il card. Ranjith esorta i terroristi a interrompere lo spargimento di sangue
Sempre ieri, nella chiesa di St. Sebastian di Katuwapitiya, a Negombo, si sono svolti i funerali di 15 cattolici uccisi. Al momento le persone assassinate in quella chiesa sono 102. Come riferisce la corrispondente dallo Sri Lanka, Melani Manel Perera dell’Agenzia AsiaNews “Durante la benedizione delle salme, il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, ha affermato: “Nessuno ha il diritto di togliere la vita. La vita è un dono di Dio. Qual è lo scopo di uccidere persone innocenti? Collezionare tesori in questo mondo? O assumere il potere e governare questo Paese sul sangue di poveri innocenti? Sui corpi di persone senza alcuna colpa? Vi esorto ad interrompere lo spargimento di sangue. Basta uccidere, almeno in questo momento. Vi esorto per amore di Dio. È ciò che gli assassinati si aspettano da noi”. Sotto rigido controllo, alle 10 di ieri mattina – continua la corrispondente di AsiaNews - si sono svolti i funerali comuni per coloro che lo avevano richiesto. Alcune salme sono state portate nel cortile della chiesa di Katuwapitiya dove era stata allestita una grande tenda per ospitare 15 bare. Solo i familiari, i religiosi e i giornalisti hanno potuto partecipare alla benedizione del card. Ranjith, dei vescovi ausiliari mons. Maxwell Silva e mons. J.D. Anthony, insieme ad altri sacerdoti. Erano presenti molti sacerdoti. Dopo la benedizione, i familiari hanno portato i defunti al cimitero. La maggior parte dei corpi è stata interrata.
Nessuno ha il diritto di togliere la vita a persone innocenti
L’arcivescovo di Colombo ha affermato: “La vita è un segreto. Solo Dio ha il potere di decidere e noi dobbiamo obbedire al suo volere. Forse in questo momento ci sta ascoltando qualcuno dei responsabili di questa tragedia. Dobbiamo dire a tutti loro che noi non accettiamo simili atti per nessun motivo. Qualunque sia l’aspettativa, è sbagliato fare queste cose”. “Quando giungerà il tempo della pace e della riconciliazione tra le persone – ha aggiunto – quando verrà il tempo di stabilire questa pace, Dio vi punirà per quel che avete fatto. Non avete il diritto di togliere la vita a persone innocenti. La vostra coscienza sa bene che nessuno ha il diritto di distruggere il corpo dell’altro. I nostri fedeli sono venuti come una famiglia, come singoli individui ad adorare Dio, così come erano venuti coloro che hanno perso la vita. È un’esperienza troppo dolorosa. Qualunque debolezza essi avessero, per noi tutti avevano valore, perché essi avevano ricevuto la vita da Dio. Le vittime di questi attacchi sono diventate ancora più vittime”.
La visita del Presidente dello Sri Lanka Sirisena a Negombo
Ieri mattina – riferisce ancora Melani Manel Perera da Negombo per AsiaNews - il Presidente Maithripala Sirisena ha visitato la chiesa distrutta di St. Sebastian per avere informazioni sulla situazione e esaminare i danni provocati alla struttura. Egli ha incontrato il parroco p. Fonseka e offerto le sue condoglianze a lui e a tutti i cattolici della zona. Sirisena si è informato sui lavori di ricostruzione, poi ha detto di aver ordinato all’esercito dello Sri Lanka di completare i lavori al più presto. Durante l’incontro egli ha anche affermato che il governo ha adottato tutte le misure necessarie a prevenire il ripetersi di simili atti di violenza nel Paese. Allo stesso tempo il Presidente si è unito all’ultimo saluto ai defunti che sono rimasti uccisi nell’esplosione. Ha visitato diverse case della zona e portato il suo saluto e le condoglianze ai familiari delle vittime e a tutta la comunità cattolica. Oggi Sirisena ha annunciato una rapida ristrutturazione dell’apparato d’intelligence del Paese, accusando che nessuno lo aveva informato del pericolo di attentati.
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