A Torre Maura dopo le proteste anti-rom. Parroco: quartiere non è razzista
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Doppio sit questa mattina nel quartiere romano di Torre Maura, dopo che nei giorni scorsi l’estrema destra ha duramente protestato per l’arrivo di un gruppo di Rom in un centro di accoglienza. Le persone oggetto della protesta sono state poi trasferite dal Comune in altri centri.
In una piazza, circa 500 persone, appartenenti a vari sindacati oltre che associazioni, tra cui Libera, hanno detto no ad ogni forma di intolleranza e ribadito che i problemi delle periferie romane sono ben altri, a cominciare dalla mancanza di servizi.
Poco distante, alcuni militanti di Casapound hanno scandito che “il problema non è risolto, ma spostato. Ci stanno già contattando da altre periferie dove pare che quei nomadi siano stati portati. Casapound sarà sempre vicina alle periferie della città".
Da anni la Chiesa è vicina ai più poveri di questo quartiere, che sorge nella periferia est della città. La locale parrocchia di Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury ha un servizio Caritas attivo tutti i giorni feriali e spesso si è interessata delle condizioni di vita nelle case famiglia e nei centri di accoglienza che sorgono sul suo territorio.
Il parroco di Nostra Signora del Suffragio, don Morrell Silbol Querickiol, ci tiene a dire: “L’accoglienza è una costante di tutto il quartiere. Torre Maura non è razzista e la protesta è stata strumentalizzata da alcuni gruppi politici”.
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