Caritas: impegno dopo nuovo ciclone in Mozambico, Comore e Zimbabwe
Il 25 aprile, dopo solo 40 giorni dal passaggio del ciclone Idai, un nuovo potentissimo tornado (Kenneth), con venti di oltre 220 km/h, si è abbattuto sulle coste delle Isole Comoros e del Mozambico settentrionale nei distretti di Quissanga, Macomia e Cabo Delgado. Questa ulteriore catastrofe mette in luce ancora una volta la necessità di politiche per lo sviluppo sostenibile di questi popoli, per contrastare le cause profonde della vulnerabilità ai fenomeni ambientali, e gli effetti catastrofici dei mutamenti climatici.
Il nuovo ciclone ha causato 9 vittime e 50mila sfollati
La traiettoria e la minore densità di popolazione hanno scongiurato il ripetersi della devastazione provocata da Idai, tuttavia interi villaggi sono stati spazzati via e si contano almeno 9 vittime e oltre 50.000 nuovi sfollati riparatisi in centri di accoglienza, tra cui alcune chiese. Da un bilancio ancora provvisorio risultano 45.000 abitazioni danneggiate, di cui circa 7.000 completamente distrutte, danni significativi alle strutture pubbliche, tra cui il reparto di maternità dell’ospedale di Macomia, 5 centri sanitari e diverse scuole. In Mozambico la situazione delle scuole è particolarmente difficile. Sono almeno 75 le classi rese inagibili dal ciclone Kenneth che si aggiungono alle molte altre danneggiate nell’area di Beira. Inoltre, come il precedente, anche il ciclone Kenneth ha colpito nel pieno della stagione agricola compromettendo la gran parte del raccolto della zona, uccidendo centinaia di capi di bestiame e lasciando così le famiglie senza fonti di sostentamento sino alla prossima stagione.
Intensificato l’impegno Caritas per l’assistenza alla popolazione colpita
Ad aggravare la situazione le forti piogge e le alluvioni che si sono susseguite nell’area di Pemba sino a Mieze. A seguito di questa ulteriore calamità, la rete Caritas ha intensificato l’impegno per l’assistenza alla popolazione colpita. La più grande chiesa di Pemba è attualmente adibita a centro di accoglienza per circa 1.000 persone e molti volontari si sono mobilitati. Oltre all’aiuto alimentare, le priorità immediate sono ripari di urgenza, materiale e strutture igienico-sanitarie, acqua potabile, zanzariere, servizi per la salute. Caritas di Pemba sta pianificando interventi d’urgenza nei distretti di Ngade, Palma, Mocimboa da Praia, Mueda e Muidumbe.
Prosegue l’impegno nelle aree colpite dal ciclone Idai
A Beira 4550 persone sono assistite con aiuti alimentari e a oltre 2100 famiglie sono stati forniti ripari d’urgenza. Nella diocesi di Quelimane si stanno distribuendo teloni, kit igienico sanitari e utensili da cucina a circa 5000 persone nel distretto di Mopeia. A Chimoio, sono stati forniti aiuti alimentari a 700 famiglie e in due aree adibite all’accoglienza degli sfollati è stata avviata la distribuzione di teloni, beni alimentari, utensili da cucina e sementi a 300 famiglie. In Malawi prosegue l’aiuto alimentare e nutrizionale: 4000 sacchi di grano sono stati distribuiti agli orfani assistiti dai padri Monfortani nelle missioni più colpite dal ciclone.
Non ancora ben definito il bilancio del ciclone in Zimbabwe
In Zimbabwe, dove l’accesso in alcune delle aree colpite è particolarmente difficile, il bilancio della catastrofe fatica a definirsi in modo chiaro, si contano per ora oltre 300 morti e 500 dispersi e più di 250.000 persone colpite. Caritas ha avviato un piano di intervento multisettoriale di 12 mesi per 2075 famiglie (circa 10.000 persone) nei sette distretti più duramente colpiti: Chimanimani, Bikita, Chipinge, Gutu, Zaka, Buhera, e Chikomba. Il piano prevede azioni che combinano la risposta ai bisogni immediati con le esigenze di riabilitazione. In particolare si sta provvedendo alla fornitura di aiuti d’urgenza con la distribuzione di beni alimentari, sussidi economici incondizionati o in cambio di lavoro per opere a beneficio della comunità (pulizia strade, riabilitazione fonti d’acqua ecc.). Inoltre il programma prevede la riabilitazione o l’installazione ex-novo di fonti d’acqua e pozzi, la costruzione di servizi igienici e campagne di sensibilizzazione igienico-sanitaria per prevenire epidemie. Infine sono previsti interventi per il ripristino delle attività agricole e di allevamento con la fornitura di materiali, animali e utensili ma anche tramite sussidi in cambio di lavoro per opere comuni utili in tal senso (es. sistemi irrigui).
Rinnovato l’appello alla solidarietà
Caritas Italiana che appoggia questi interventi grazie anche al contributo di un milione di euro dall’otto per mille alla Chiesa Cattolica, rinnova l’appello alla solidarietà con la popolazione colpita dai due cicloni, non solo per la riposta ai bisogni immediati, ma anche per la fase della ricostruzione e della riabilitazione in parte già in atto e che richiederà uno sforzo significativo nei prossimi mesi.
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