Indonesia: torna la calma dopo i morti e le proteste per il voto
Giordano Contu – Città del Vaticano
Sette morti, centinaia di feriti e arresti. E’ il bilancio di due giorni di scontri tra polizia e manifestanti che protestavano contro la rielezione del Presidente uscente Joko Widodo. "Si accetti il risultato" hanno chiesto i vescovi. Nei giorni scorsi, infatti, quando la Commissione elettorale aveva ufficializzato i risultati, il candidato sconfitto, l’ex generale Prabowo Subianto, aveva fatto ricorso e si era autoproclamato vincitore. I suoi sostenitori hanno protestato, scendendo in piazza a Giacarta e in altre città dell’Indonesia: alcuni manifestanti hanno lanciato molotov contro la polizia, distruggendo auto ed edifici. L’opposizione ha denunciato l’uccisione di alcuni manifestanti. Le Forze dell'ordine respingono le accuse: confermano la presenza di vittime, ma dichiarano di aver sparato proiettili di gomma. Intanto il governo ha bloccato l'accesso ad alcuni social network per frenare l'incitamento alla violenza. Gli scontri, in queste ore, sono diminuiti.
Gli osservatori: elezioni senza brogli
Widodo ha avuto una “presa di posizione abbastanza forte”, dichiara il direttore di AsiaNews, Bernardo Cervellera. “Il Presidente, circondato da personalità importanti delle Forze armate, ha detto che se vogliamo verificare la conta dei voti va bene, ma questo non deve diventare un’occasione per distruggere la sicurezza e la convivenza del Paese”. Infatti, spiega il giornalista, le proteste in Indonesia hanno assunto una “coloritura anticinese e anticristiana”. Gli elettori, tuttavia, hanno dato a Widodo il 55,5% dei consensi, contro il 44,5 ottenuto da Subianto. “Alle elezioni c’erano anche osservatori internazionali e nazionali”, continua Cervellera, e hanno detto che “le elezioni si sono svolte in modo molto tranquillo e molto onesto”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui