Un’economia globale a servizio di tutti e non solo di pochi
Marina Tomarro - Città del Vaticano
Un panel di esperti, provenienti dalle più prestigiose università del mondo, per un totale di 204 relatori e 54 moderatori che hanno animato 114 eventi del programma. Quasi 5 milioni le connessioni al sito del Festival, 333 tra giornalisti, operatori e fotografi accreditati. Sono questi alcuni numeri che hanno caratterizzato il Festival dell’economia 2019, che si è concluso ieri a Trento. La manifestazione progettata dagli Editori Laterza, e promossa dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Trento e dall’Università degli studi di Trento, ha avuto come filo conduttore il tema “Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza”, è stata ospitata non solo nei teatri e nelle sale della città ma anche in diverse piazze dove sono stati allestiti stand e tecnostrutture ospitanti le dirette.
Nuovi spunti di riflessione per un’Europa globalizzata
“Mai come in questa edizione del festival – ha spiegato Tito Boeri direttore scientifico - abbiamo avuto tanti spunti di riflessione. Credo che abbiamo una diagnosi precisa per cui ci sono state queste rivoluzioni nelle rappresentanze nazionalistiche nel continente europeo abbiano ragioni di natura economiche e culturali. Ora bisogna capire quali saranno gli sviluppi. Sicuramente bisognerà lavorare molto per dare risposte convincenti di fronte ai tanti disagi e malesseri, che hanno portato a ciò. In queste giornate abbiamo già cominciato a ragionare su quali possono essere i regimi di cambiamenti di protezione sociale, tenendo conto anche delle differenze tra le varie città”.
Un mondo futuro sempre più integrato
Negli oltre 100 incontri che si sono svolti in questa quattro giorni, tanti gli esperti che si sono confrontati sui temi di questa edizione, discutendo dei possibili rimedi alle problematiche legate alla globalizzazione. "Nei Paesi più sviluppati ci sono sacche prive di capacità di stare al passo con l’economia globale. - ha spiegato Raghuram G. Rajan, già capo economista al Fondo monetario internazionale e docente all’Università di Chicago - Con la disgregazione sociale le comunità si deteriorano e il tessuto sociale si indebolisce. È dunque necessario passare da un’azione di tipo centralizzato ad una mirata a livello locale, che provenga dalla comunità". "Il futuro del mondo - ha poi continuato l'economista indiano - è una maggiore integrazione, dobbiamo preparare la società al mondo di domani, dando alle persone fiducia, ma con gradualità”.
Le cooperative: nuova strada per l’economia?
Di fronte a diseguaglianze e frammentazioni sociali sempre più profonde, si fa strada in Europa una terza via di uscita, quella del modello cooperativo che può rispondere alle sfide in atto a livello sociale, politico ed economico. “Si tratta di un'opportunità reale e concreta – ha sottolineato Carlo Borzaga Borzaga, presidente di Euricse, l'Istituto europeo di ricerca sull'impresa cooperativa e sociale - La cooperazione può essere una strategia di coordinamento alternativo al modello stato -mercato. Il problema è il riconoscimento. Perché quello cooperativo, purtroppo, è un mondo che paga una “cattiva reputazione”. Definite dipendenti in maniera quasi assistenzialista dal pubblico, si amplificano spesso i limiti di questa organizzazione e i vantaggi sono sistemativamente sottostimati”.
Appuntamento al prossimo Festival dell’Economia
In queste giornate decine di migliaia sono state le persone giunte nel capoluogo trentino per poter partecipare ai numerosi incontri. “Oggi si è dato un esempio di come il popolo apprezzi il Festival dell’Economia, che parla di tematiche apparentemente difficili da capire – ha evidenziato nelle conclusioni il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti – La nostra città riconosce l’importanza di questo festival anche per la stessa comunità trentina e per l’immagine nazionale e internazionale che pone al centro questo territorio: è un orgoglio per la nostra comunità. Questa rassegna ha dimostrato con numeri ancora più importanti degli anni scorsi, che deve crescere il dibattito nell’ambito del pluralismo su tematiche da sciogliere e da capire”.
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