Gerusalemme, incidenti nella Spianata delle Moschee
Chiara Capuani – Città del Vaticano
Nuovo inasprimento delle tensioni nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme (che per gli ebrei è il 'Monte del Tempio') dopo che la polizia israeliana ha disperso ieri mattina, con la forza, centinaia di fedeli islamici che cercavano di sbarrare la strada ad una comitiva di israeliani in procinto di farvi ingresso. Secondo i media palestinesi, gli incidenti si sono estesi anche all'interno della Moschea al-Aqsa, dove si erano barricati alcuni fedeli.
Gli incidenti di ieri mattina seguono l'attentato di venerdì in cui un palestinese di 19 anni ha accoltellato nella Città vecchia di Gerusalemme due passanti ebrei (uno dei quali è in fin di vita) ed è stato poi ucciso dalla polizia.
Ad alimentare le tensioni vi è la coincidenza tra i riti islamici per la fine del Ramadan e le celebrazioni israeliane per l'anniversario (secondo il calendario lunare ebraico) della ''liberazione di Gerusalemme'' durante la "guerra dei sei giorni".
“Si può definirlo un permanente stato di tensione in una situazione non ancora risolta”. Commenta così la vicenda, ai microfoni di Radio Vaticana Italia, Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, il Centro italiano per la pace in Medio Oriente.
Lo scioglimento della Knesset
“Ci sono attacchi isolati, portati avanti da lupi solitari, che naturalmente generano reazioni forti da parte della polizia, blocchi della Città Vecchia e l’interdizione alle manifestazioni da parte dei palestinesi - prosegue Cingoli commentando gli ultimi scontri -. Nel conflitto israelo-palestinese non c’è niente di sicuro, ma in prospettiva posso dire che i leader di Hamas non sembrano interessati ad un’escalation del conflitto, ma anzi, a mantenere la calma fino alle elezioni di settembre
“Va analizzata la vicenda in sé. Il leader Netanyahu, avrebbe potuto scegliere opzioni differenti – continua Cingoli rispondendo ad una domanda sulle elezioni anticipate di settembre, – lo scioglimento del parlamento poteva essere evitato, prendendo decisioni che sottraessero Israele al ricatto dei partiti religiosi. La legge di scioglimento anticipato della Knesset ha tolto al capo dello stato la possibilità di incaricare qualcun altro per formare un nuovo governo, che probabilmente non avrebbe concesso a Netanyahu l’immunità alla quale aspira. È una situazione – conclude Cingoli – in cui gli interessi di un singolo sono stati messi al di sopra degli interessi di un Paese”.
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