Ai Giardini della Filarmonica, musica per conoscere il mondo
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"La capacità di stupirci e di sorprenderci non è più così diffusa eppure è un modo per sentirci vivi!". Così a Vatican News il direttore artistico della Filarmonica Romana, Andrea Lucchesini, spiega il perchè della sua scelta di titolare l'edizione di quest'anno "Stupore". 21 concerti, 10 giorni di programmazione e 10 paesi ospitati secondo la vocazione tradizionale di questo festival. Alcuni tornano come ospiti noti: Giappone, India, Iran, Slovacchia e Corea del sud; altri arrivano per la prima volta come l'Irlanda ,la Bulgaria, gli Stati Uniti e la Colombia. Ciascuno porta con sè strumenti, ritmi, tradizioni e culture che neanche i viaggiatori più esperti hanno potuto cogliere in terre così lontane, perchè i protagonisti sono sempre grandi specialisti.
Il festival torna anche quest'anno dunque come uno spazio aperto alle molteplici espressioni artistiche contemporanee e alle tradizioni millenarie dei paesi coinvolti: in programma musica classica, contemporanea, jazz, etnica, tradizionale; mostre, incontri, letture, organizzati in più appuntamenti ogni giorno fra la Sala Casella, la Sala Affreschi e i Giardini, con l’originale palco all’aperto, una rivisitazione in chiave moderna e stilizzata della fontana della Barcaccia realizzata per la Filarmonica dal regista Denis Krief.
I giovani talenti: gemme nel programma
"E' questa la bellezza del nostro festival e questo è il mio obiettivo - dice Lucchesini - contribuire ad aprire la mente di chi, preso dai tanti problemi di ogni giorno, dimentica la bellezza della diversità, la bellezza dell'arte che racconta il mondo, non lontana e irraggiungibile ma comprensibile e avvicinabile". La prima fonte di stupore è la presenza di giovanissimi enfants prodiges come l'undicenne Teo Gertler, violinista slovacco cui la Filarmonica affida il concerto d’apertura in Sala Casella. Sul palco sarà insieme a un’altra giovane promessa, il ventiduenne pianista italiano Antonio Gomena. Interamente dedicata ai giovanissimi talenti la giornata del 2 luglio, con gli ensemble di arpe, archi e legni della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, orchestra di bambini e ragazzi nata nel 2006 che raccoglie oggi circa 400 strumentisti dai 5 ai 21 anni. A loro si unirà con un recital Carlotta Maestrini, pianista siciliana di tredici anni, e poi le quindicenne Maria Salvatori, selezionata dalla Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, e la pianista Rosamaria Macaluso.
Sfogliando il programma il viaggio si fa unico e interessante, perchè inedito data la presenza di musicisti specializzati che dialogano tra loro anche se provenienti da Paesi che non sono in pace o che non hanno rapporti diplomatici. "La nostra volontà è avvicinare paesi lontani e farli conoscere. La musica mette d'accordo tutti!". Tra i tanti appuntamenti ricordiamo che il 1 luglio dalla Colombia arriva l’Orquesta Filarmónica di Medellín (Filarmed), formazione che vanta 35 anni di storia e fra le principali della Colombia, e che nel suo repertorio unisce alla tradizione sinfonica ‘classica’, la musica della propria terra. La magia dell’India invece rivivrà il 4 luglio grazie ai diversi generi della raffinata musica classica vocale hindustani del nord del Paese: sono il khayal forma di canto considerata fra i punti più alti di fusione fra cultura indiana e cultura persiana, il tarana, il thumri e il bhajan. E poi la serata del 5 luglio con il recital del pianista bulgaro Ivan Donchev, che accosterà Chopin e Liszt alla musica di Pancho Vladigerov, il più importante compositore bulgaro del XX secolo.
La serata dei diritti civili
Quella del 5 luglio sarà anche una serata speciale perchè dedicata ai diritti civili, "quelli troppo spesso dimenticati", commenta il direttore artistico. "Lo faremo - spiega Lucchesini - con una serie di letture affidate all'attore David Riondino e tratte da testi poetici, discorsi e vari scritti su un argomento, accompagnato sul palco dal duo del clarinettista Gabriele Mirabassi e del giovane pianista Enrico Zanisi. Un incontro tra due musicisti lontani per generazione, ma vicini per sensibilità e provenienza.
Come ogni anno infine, all’interno dei Giardini durante il festival sarà presente un punto ristoro. Quest’anno ne avrà cura Hummus Town un progetto e un’iniziativa nata da poco a Roma per far conoscere il cibo e la cultura siriana nel mondo, contribuendo all’integrazione di rifugiati nella nostra società.
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