Congo: l'Oms dichiara l'epidemia di ebola emergenza internazionale
Giordano Contu – Città del Vaticano
Oltre 1.600 morti e 2.500 persone contagiate, tra le quali 750 bambini. E’ il bilancio dell’epidemia di ebola che dall’agosto 2018 affligge la Repubblica Democratica del Congo. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità, riunitosi ieri a Ginevra, ha dichiarato che quanto sta accadendo nel Paese africano si è trasformato in un’emergenza sanitaria internazionale. Questo significa che c’è un rischio concreto che il virus possa oltrepassare i confini nazionali e trasformarsi in una pandemia. Il direttore dell’agenzia Onu per la salute, Thedros Adhanom Ghebreyesus, ha detto che occorrono un’azione coordinata per gestire meglio l’epidemia e raddoppiare gli sforzi per costruire un sistema sanitario migliore. Per ora i focolai sono confinati nella zona orientale del Paese, ma allarma il contagio avvenuto a Goma, una metropoli di due milioni di abitanti situata al confine orientale col Ruanda. Il timore è che accada come cinque anni fa: quando il virus provocò 11 mila morti tra Guinea, Liberia e Sierra Leone.
Ebola: il virus che spaventa ancora
Anche se l’Oms dichiara che l’epidemia è un’emergenza internazionale “non cambiano gli standard di intervento”, dice Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani. “I farmaci e i vaccini sono stati usati fin dall’inizio dell’epidemia” e si continua a “combatterla con l’isolamento delle persone e con il coinvolgimento delle comunità locali: senza questo non funziona”. Gli interventi sanitari sono resi difficili dai conflitti tribali in corso nel Paese e dall’intensa mobilità delle persone che aumenta il rischio di diffusione del virus. Di fronte a tutto questo, però, la dichiarazione dell’agenzia delle Nazioni Unite “ancora una volta non è stata tempestiva”, polemizza Ippolito: “Bisogna capire se non si tratti di un problema politico e logistico più che umanitario”. Oggi comunque si conosce meglio la malattia, ma Ebola spaventa ancora: “Il virus si è diffuso”, continua il direttore dell’istituto. “Non sappiamo se gli interventi sono efficaci, quanto e perché, ma ha una letalità sostanzialmente stabile”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui