Nigeria. Il card. Onaiyekan: contro Boko Haram non c'è una risposta adeguata
Giada Aquilino - Città del Vaticano
65 vittime, una decina di feriti: questo il bilancio dell’ultimo attacco in ordine di tempo che ha colpito la località di Nganzai, nello Stato del Borno al Nord est della Nigeria. Gli autori della strage di sabato scorso, sono il gruppo estremista Boko Haram, e le vittime gli abitanti di un villaggio che rientravano da un funerale. Il cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, capitale della Nigeria, commenta ai microfoni di Vatican News quanto accaduto:
R. - Lo Stato del Borno è l'epicentro dell'attività di Boko Haram. Il governo già da più di tre anni ha detto che il Boko Haram è stato sconfitto, però vediamo che non è così.
Cosa è successo a Nganzai?
R. - Questi episodi di assassinii, di violenze, di saccheggi continuano già da tanti anni: il governo ha mandato soldati che non sono riusciti ancora a rendere il Paese sicuro, specialmente nel Nord est. Ma il problema non è soltanto il Nord est: episodi di violenza, sia da parte di allevatori di bestiame armati sia da parte di bande che rapiscono la gente per chiedere soldi succedono in tutte le parti del Paese. C'è chi dice che coloro che seminano violenza sono forse uomini di Boko Haram che si sono dispersi in tutto il Paese.
Quindi ci sarebbero infiltrazioni dei Boko Haram nelle varie realtà armate attive nel Paese?
R. - E' l'impressione che hanno tanti nigeriani. Il problema grande è che non vediamo una risposta adeguata, forte ed effettiva da parte delle forze dell'ordine e dell'esercito nigeriano. Questa gente continua a operare quasi incontrastata. Ci sono zone della Nigeria in cui i contadini non possono più andare a lavorare i loro campi, per paura di essere attaccati.
Si parla delle azioni dei Boko Haram, dei loro sconfinamenti in Ciad, degli attacchi agli sfollati: perché ora hanno attaccato persone che tornavano da un funerale?
R. - Questo è stato sempre il problema: non sappiamo il motivo delle loro attività. Si dice che vogliano creare una zona in Nigeria dove la legge islamica sia l'unica, ma non si può continuare a uccidere. Il fatto che abbiano ucciso persone che tornavano da un funerale è il modo in cui agiscono. Hanno sempre attaccato gente innocente!
Quale appello sente di lanciare al Paese?
R. - A quelli che sono colpiti in questo modo, resta il grande dolore: noi possiamo dir loro di cercare di trovare un po' di conforto nel Signore Dio che difende l'indifeso. Ma facciamo appello alle autorità affinché venga garantita la sicurezza.
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